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SALERNO- La notizia è ufficiale: le città di Capaccio Paestum e Agropoli ospiteranno il prossimo campionato mondiale per audiolesi che si svolgerà dal 19 giugno al 2 luglio 2016. La decisione è arrivata a seguito del sopralluogo effettuato lo scorso ottobre da Guido Zanecchia, presidente della Federazione Sport Sordi Italia, Paola Valli, segretario FSSI, Christof Niklaus, football technical director dell’ICSD, Carmine De Caro, presidente del comitato organizzatore e Massimiliano Bucca, team manager FSSI.  

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SALERNO- La notizia è ufficiale: le città di Capaccio Paestum e Agropoli ospiteranno il prossimo campionato mondiale per audiolesi che si svolgerà dal 19 giugno al 2 luglio 2016. La decisione è arrivata a seguito del sopralluogo effettuato lo scorso ottobre da Guido Zanecchia, presidente della Federazione Sport Sordi Italia, Paola Valli, segretario FSSI, Christof Niklaus, football technical director dell’ICSD, Carmine De Caro, presidente del comitato organizzatore e Massimiliano Bucca, team manager FSSI.  

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SALERNO- La notizia è ufficiale: le città di Capaccio Paestum e Agropoli ospiteranno il prossimo campionato mondiale per audiolesi che si svolgerà dal 19 giugno al 2 luglio 2016. La decisione è arrivata a seguito del sopralluogo effettuato lo scorso ottobre da Guido Zanecchia, presidente della Federazione Sport Sordi Italia, Paola Valli, segretario FSSI, Christof Niklaus, football technical director dell’ICSD, Carmine De Caro, presidente del comitato organizzatore e Massimiliano Bucca, team manager FSSI.  

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SALERNO- La notizia è ufficiale: le città di Capaccio Paestum e Agropoli ospiteranno il prossimo campionato mondiale per audiolesi che si svolgerà dal 19 giugno al 2 luglio 2016. La decisione è arrivata a seguito del sopralluogo effettuato lo scorso ottobre da Guido Zanecchia, presidente della Federazione Sport Sordi Italia, Paola Valli, segretario FSSI, Christof Niklaus, football technical director dell’ICSD, Carmine De Caro, presidente del comitato organizzatore e Massimiliano Bucca, team manager FSSI.  

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Più che la carica dei 101 verrebbe da parafrasare a vanvera parlando della «discarica dei 200»: tanti sono stati i dipendenti di Asìa, azienda speciale per i rifiuti di Napoli, ammalatisi in contemporanea tra il 30 e il 31 dicembre e tale è tornata ad essere la sostanza della terza città d’Italia -una discarica- per effetto della conclamata epidemia. E così scarti di babà e baccalà, cozze e capitoni, vongole, vermicelli e struffoli hanno allietato...

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Più che la carica dei 101 verrebbe da parafrasare a vanvera parlando della «discarica dei 200»: tanti sono stati i dipendenti di Asìa, azienda speciale per i rifiuti di Napoli, ammalatisi in contemporanea tra il 30 e il 31 dicembre e tale è tornata ad essere la sostanza della terza città d’Italia -una discarica- per effetto della conclamata epidemia. E così scarti di babà e baccalà, cozze e capitoni, vongole, vermicelli e struffoli hanno allietato...

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Più che la carica dei 101 verrebbe da parafrasare a vanvera parlando della «discarica dei 200»: tanti sono stati i dipendenti di Asìa, azienda speciale per i rifiuti di Napoli, ammalatisi in contemporanea tra il 30 e il 31 dicembre e tale è tornata ad essere la sostanza della terza città d’Italia -una discarica- per effetto della conclamata epidemia. E così scarti di babà e baccalà, cozze e capitoni, vongole, vermicelli e struffoli hanno allietato...

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Più che la carica dei 101 verrebbe da parafrasare a vanvera parlando della «discarica dei 200»: tanti sono stati i dipendenti di Asìa, azienda speciale per i rifiuti di Napoli, ammalatisi in contemporanea tra il 30 e il 31 dicembre e tale è tornata ad essere la sostanza della terza città d’Italia -una discarica- per effetto della conclamata epidemia. E così scarti di babà e baccalà, cozze e capitoni, vongole, vermicelli e struffoli hanno allietato...