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A volte tocca mettere un po’ d’ordine nelle cose. Pur non volendo perché gli impegni e i problemi sono tanti, la paga non sempre entusiasmante (ma, grazie a Dio, c’è ancora) e i temi di interesse i più disparati. Quello sul centro medico psico-pedagogico “Ises” di Eboli -che almeno i cinque lettori di Cronache sanno cosa sia- è uno di questi, ed oggi tocca parlarne ancora seppur da una prospettiva diversa.

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Spiace tornare spesso sull’argomento ma il caso del centro “Ises” (nella foto tratta dal web) di Eboli (Salerno) diventa, ad ogni minuto che passa, il simbolo delle distorsioni italiane: tutti –comune, provincia, regione, distretto sanitario, asl, pompieri, carabinieri, polizia, finanza, vigili urbani, procura della repubblica, corte dei conti, Inps, ispettorato del lavoro, sindacati, forze politiche, deputati, senatori, consiglieri provinciali, regionali e comunali, mezzi di informazione, preti, diaconi, vescovi e via all’infinito- sanno che è fuori legge...

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I carabinieri del Nas tornano per l’ennesima volta sul centro Ises di Eboli (Salerno). Li ha mandati il pm Maurizio Cardea, titolare di una delle indagini sulla struttura sanitaria. Il lettore conosce l’argomento, classico caso all’italiana di danaro pubblico bruciato per anni sotto il naso di autorità di ogni tipo, le stesse che non perdonano il minimo errore al primo malcapitato. 

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SALERNO- Pretendevano 200 euro a settimana per dare “in fitto” uno spazio sulle litoranea di Salerno alle prostitute reclutate nell’ Est europeo. I sette cittadini romeni, destinatari delle ordinanze e delle misure cautelare emesse dal gip del Tribunale di Salerno, ed eseguite stamattina dalla squadra mobile operavano per lo piu’ sulla litoranea che da Salerno conduce ad Eboli. 

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All’Asl di Salerno c’è un problema. Forse più d’uno. La faccenda comincia a farsi più seria di quanto si possa pensare. La domanda è: è possibile erogare soldi, tra l’altro pubblici, ad una struttura fuorilegge? Normalmente no, si rischiano guai grossi (rectius: si rischierebbero), perché va da sé che un ente pubblico non possa disinvoltamente dare danaro a chi la legge vieta di incassarlo.

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Domenica scorsa, 11 maggio 2014, il sindaco di Eboli Martino Melchionda (foto a sinistra) ha rilasciato alcune dichiarazioni al collega Eugenio Verdini in relazione alla vexata quaestio del centro medico “Ises”. La  storia è nota. Ora, alla luce del fatto che sembra quasi che i guai della struttura siano riconducibili a questo giornale -teniamoci sull’impersonale- al punto da far circolare l’idea che quando il centro sarà chiuso il responsabile di tutto avrà pronti un nome ed...

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Non c’è solo da capire come e perché si siano verificate violenze sugli ospiti del centro “Ises” di Eboli come raccontato ieri da Cronache. E neppure c’è  soltanto da risalire la ripida scarpata delle responsabilità per aver consentito ad una struttura fuorilegge di incassare per anni milioni di euro: la filiera è arcinota, scoperta, plateale e solo chi non ha mai voluto vedere non ha visto. E non vede.