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Tra i cinque lettori di Cronache ci sarà qualcuno che abbia avuto a che fare con la pubblica amministrazione. Un’autorizzazione, un permesso, una certificazione obbligatoria, una commissione che deve valutare una domanda, un progetto, la planimetria di un’attività commerciale, un laboratorio, le autorizzazioni sanitarie, il timbro, il bollo, la firma. Insomma, qualcuno che sappia cosa sia l’infernale macchina burocratica, quanta vita succhi alle persone e quante risorse alle imprese, da qualche parte esisterà, come saprà...

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Tra i cinque lettori di Cronache ci sarà qualcuno che abbia avuto a che fare con la pubblica amministrazione. Un’autorizzazione, un permesso, una certificazione obbligatoria, una commissione che deve valutare una domanda, un progetto, la planimetria di un’attività commerciale, un laboratorio, le autorizzazioni sanitarie, il timbro, il bollo, la firma. Insomma, qualcuno che sappia cosa sia l’infernale macchina burocratica, quanta vita succhi alle persone e quante risorse alle imprese, da qualche parte esisterà, come saprà...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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Previsione azzeccata: il 5 novembre Cronache scrisse che l’Asl di Salerno (foto) nel proporre alla Regione Campania la non accreditabilità della cooperativa Ises di Eboli presso il Ssr, avrebbe emesso atti formali tali da garantire un ampio margine di successo -seppur temporaneo- una volta impugnati dinanzi al Tar dai destinatari dei provvedimenti stessi. Anzi, quegli atti (le delibere 1018 e 1019 del 28 ottobre 2014) si immaginava fossero stati preconfezionati per dare alla struttura l’ennesima scialuppa...

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Ad Eboli non s’è fermato solo Cristo, stando all’abusato luogo comune. Ora si fermano pure bollette da 18mila euro per un bimestre telefonico duro da digerire in tempi grami come questi. Scriveva ieri il Mattino che alcuni elementi dell’ex giunta renziana guidata dal sindaco Martino Melchionda, perlopiù ascrivibili all’ala dura e pura dei giovani democrats eticamente superiori a prescindere, sono finiti nel mirino del commissario prefettizio Enza Filippi. Quasi 20mila euro in un periodo in...

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C’è un patrimonio mondiale dell’umanità che «pesa» più del sigillo Unesco: è lo sciopero dei dipendenti degli scavi di Pompei, una certezza. Quest’anno siamo già alla terza agitazione del personale. A febbraio ci fu un primo stop con relativo blocco delle relazioni con il datore di lavoro, la Soprintendenza; a giugno, quando il flusso turistico inizia ad intensificarsi, un altro duro faccia a faccia tra dipendenti e apparato burocratico. Per il futuro nessuna garanzia, passano...