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L’affare si ingrossa. Al punto da farsi sempre più labile il confine tra il sogno e la tragedia. Questa storia dell’Ises, per sua natura travalicante i confini locali, rischia di causare qualche noia seria anche a chi non ne è direttamente coinvolto: cioè, non solo a funzionari comunali e dell’Asl, tecnici, esponenti politici vari, sindaci ex e post, ispettori del lavoro, sindacalisti e addetti ai controlli dei diversi ‘palazzi’, etc.

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Non ci sarebbero molte ragioni per tornare su un argomento non proprio entusiasmante qual è la vicenda giudiziaria che ha investito il sindaco del Pd di Eboli, Martino Melchionda (nella foto). A leggere, però, le sue dichiarazioni ai mezzi di comunicazione all’indomani della pubblicazione su questo portale della notizia che il primo cittadino è imputato (e non semplicemente indagato, come da qualche parte si è pure detto, e la differenza non è di poco conto)...

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EBOLI (SA)– “Dopo la conferenza dei capigruppo del 20 marzo ci saremmo aspettati maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale nei riguardi dell’ormai annosa questione del Centro di Riabilitazione ISES, in quanto è forte la preoccupazione derivante dalla mancanza di autorizzazioni varie, cosi come dichiarato dai tecnici del comune stesso durante l’incontro”, così il presidente commissione provinciale lavoro Massimo Cariello scrive in una nota diffusa alla stampa.

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E’ a Napoli che si pagano gli stipendi più alti d’Italia. Precisamente nell’Asl Na/1. Il dato emerge dall’indagine dei commissari governativi spediti da Roma per tentare di mettere ordine in una contabilità da tempo fuori controllo. Tutte informazioni raccolte in un corposo dossier che ha fatto emergere un quadro, per certi versi, allarmante se si considerano i parametri delle altre regioni italiane, il servizio reso all’utenza e le finanze da mantenere sotto rigido controllo.

Guadagnavano ufficialmente attorno ai mille marchi tedeschi al mese, almeno fino all’entrata in vigore della moneta unica europea: oggi si aggirano sui mille e cento euro, ma la sostanza non cambia. Sono camerieri, lavapiatti, nella migliore delle ipotesi chef o direttori di sala. Eppure governano  patrimoni ultra milionari, in molti casi li hanno creati: di certo ne sono responsabili. Com’è possibile?

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«Chi ha finito di leggere queste pagine resta arricchito, anche sotto un altro profilo. Perché percepisce la pervasività di sistemi per delinquere occulti e ben organizzati». Così sta scritto in fondo all’ultimo libro di Luigi De Magistris, Assalto al pm. Storia di un cattivo magistrato (Chiarelettere).