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Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno da poche ore, quando incaricò un dirigente comunale di coordinare il progetto per il termovalorizzatore non doveva inserire nell’atto deliberativo il termine «project manager», perché è figura sconosciuta all’ordinamento. Più corretto «coordinatore di progetto»: allora sì che non sarebbe accaduto nulla e la seconda città della Campania continuerebbe oggi a piangersi un sindaco che si ostina ad eleggere. 

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Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno da poche ore, quando incaricò un dirigente comunale di coordinare il progetto per il termovalorizzatore non doveva inserire nell’atto deliberativo il termine «project manager», perché è figura sconosciuta all’ordinamento. Più corretto «coordinatore di progetto»: allora sì che non sarebbe accaduto nulla e la seconda città della Campania continuerebbe oggi a piangersi un sindaco che si ostina ad eleggere. 

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E’ l’epopea della patacca che volge al tramonto, la luce che sfuma davanti al sipario, un anticipo -chissà- del destino della madre che per partenogenesi la creò, cioè il processo per la ‘trattativa’ stato-mafia, in corso a Palermo. La storia è nota. Meno nota è la circostanza che l’inchiesta-stralcio nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino (a sinistra nella foto, a destra il giornalista Sandro Ruotolo) sia stata definitivamente sepolta. Eppure vi erano nomi di peso, come...

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E’ l’epopea della patacca che volge al tramonto, la luce che sfuma davanti al sipario, un anticipo -chissà- del destino della madre che per partenogenesi la creò, cioè il processo per la ‘trattativa’ stato-mafia, in corso a Palermo. La storia è nota. Meno nota è la circostanza che l’inchiesta-stralcio nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino (a sinistra nella foto, a destra il giornalista Sandro Ruotolo) sia stata definitivamente sepolta. Eppure vi erano nomi di peso, come...

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E’ l’epopea della patacca che volge al tramonto, la luce che sfuma davanti al sipario, un anticipo -chissà- del destino della madre che per partenogenesi la creò, cioè il processo per la ‘trattativa’ stato-mafia, in corso a Palermo. La storia è nota. Meno nota è la circostanza che l’inchiesta-stralcio nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino (a sinistra nella foto, a destra il giornalista Sandro Ruotolo) sia stata definitivamente sepolta. Eppure vi erano nomi di peso, come...

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E’ l’epopea della patacca che volge al tramonto, la luce che sfuma davanti al sipario, un anticipo -chissà- del destino della madre che per partenogenesi la creò, cioè il processo per la ‘trattativa’ stato-mafia, in corso a Palermo. La storia è nota. Meno nota è la circostanza che l’inchiesta-stralcio nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino (a sinistra nella foto, a destra il giornalista Sandro Ruotolo) sia stata definitivamente sepolta. Eppure vi erano nomi di peso, come...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...

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La notizia secca è che la Regione Campania ha dovuto mettere una pezza ad un errore di calcolo (suo), peraltro conosciuto da tempo, sui tetti di spesa consentiti ai centri privati accreditati nel comparto riabilitativo e socio-sanitario. Metterci una pezza significa tirar fuori più soldi: dai circa 11 milioni si è passati ai quasi 15, quattro milioni in più da distribuirsi alle strutture legittimate. Teoricamente servizi in più per gli utenti e piccole boccate d’ossigeno...