ARCHIVIOAntimafia: nuovo sequestro beni clan Casalesi, c’è pure il bar dove fu assassinato Michele Orsi

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 Roxy Bar

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE)- La direzione investigativa antimafia ha eseguito due provvedimenti di sequestro emessi dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di personaggi ritenuti vicini al clan dei casalesi, che per conto del clan hanno investito in attivita’ proventi di traffici illeciti. I provvedimenti riguardano Pasquale Pirolo, per lunghi anni l’alter ego di Antonio Bardellino e Remolo Simeone, che ha rapporti anche di parentela con la famiglia Bidognetti, a capo dell’omonimo gruppo del clan. I sequestri sono stati operati non solo nel napoletano e nel casertano, ma anche tra Parma e provincia e La Spezia. Sigilli a societa’ immobiliari ma anche aziende per il trattamento delle acque e nel fotovoltaico.

Il Centro Operativo Dia di Napoli, in collaborazione con i centri di Milano, Genova, Bologna e Roma ha eseguito provvedimenti emessi dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale presieduta da Raffaello Magi, giudici Paola Lombardi e Roberta Attena, nelle province di Napoli, Caserta, Benevento, Roma, La Spezia, Parma e Monza.

Il primo provvedimento trae origine da indagini che gia’ il 20 dicembre 2011 hanno portato a sequestri nei confronti di persone ritenuti gravitanti nell’organizzazione dei Casalesi, fra cui, oltre a Pirolo, anche l’avvocato del boss Michele Santonastaso, attualmente a giudizio perche’ ritenuto contiguo al clan dei Casalesi e per il reato di corruzione. Proprio a quest’ultimo era riconducibile l’abitazione in uso a Pirolo a Bellona, nel casertano, nella quale vennero raccolti indizi per il sequestro ad aprile 2012 della societa’ Ictea, e ora di emettere il provvedimento ablativo per quattro societa’.

Pasquale Pirolo e’ stato condannato in via definitiva per 416 bis il 29 aprile del 1986. Oggi sono state sequestrate le quote sociali, i beni aziendali della Simec srl, a La Spezia, nel settore del fotovoltaico; della Berkeley Italia srl con sede legale in Parma, attiva nel settore immobiliare; della Compagnia Tecnica Italiana Depurazione Acque Impianti srl con sede legale in La Spezia, dedicata al settore del trattamento acqua in Italia ed all’estero e negli impianti fotovoltaici e solari; della Service Plus srl di Roma attiva nel settore della commercializzazione di tutti i generi alimentari e non.

Nei confronti di Remolo Simeone, 54enne di Casal di Principe e dei suoi familiari, personaggio strettamente legato, non solo da rapporti parentali con la famiglia Bidognetti. L’uomo lavora presso la clinica “Villa delle Magnolie” di Castel Morrone in qualita’ di inserviente proprio grazie al diretto interessamento dei vertici del clan. Un’assunzione per gli inquirenti fittizia in quanto, pur percependo regolarmente lo stipendio Simeone non svolgeva in concreto alcuna attivita’ lavorativa, se non quella di curare gli interessi economici del clan all’interno della struttura.

In quella clinica fu ricoverata la madre del boss Francesco Bidognetti. Nel 2007 poi Simeone e’ stato arrestato perche’ ritenuto il mandante, in concorso con esponenti dei Casalesi, dell’omicidio di Giuseppe Della Corte, reo di aver allacciato una relazione sentimentale con la moglie del fratello e di averla successivamente minacciata e ricattata. Il figlio Gaetano nel 2008 fu arrestato per aver eluso le investigazioni in relazione all’omicidio di Michele Orsi, 47enne di Casal di Principe, imprenditore nel settore rifiuti del casertano coinvolto con l’azienda di famiglia, la ‘Eco4’, negli intrecci tra politica e clan per la gestione dello smaltimento dei rifiuti.

I sicari agirono in prossimita’ del locale “Roxy Bar” gestito proprio dal figlio. Sigilli per un terreno in localita’ “Pioppi” di Casal di Principe; 3 auto; capitali e beni strumentali dell’impresa individuale “Sgalia Giuseppina” che gestisce proprio il “Roxy Bar”.

Redazione Eolopress

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