BENEVENTO- Quella di oggi e’ una giornata triste per gli abitanti della provincia di Benevento, e non perche’ si e’ alla vigilia della ricorrenza dei defunti, ma perche’ con un decreto e’ stata cancellata la Provincia, nata prima ancora dell’Unita’ d’Italia. ”Una Provincia – dicono in molti – ricca di storia, cultura, tradizioni”.
A nulla sono valsi gli sforzi (a colpi di ricorsi, intervento della Regione Campania, e altro) del governo della Provincia, retta dal presidente Aniello Cimitile, per mantenere lo ”status quo”. Il decreto del governo Monti ha cancellato la flebile speranza che ancora in molti sanniti era forte. Negli ultimi mesi si sono registrati vari interventi, per lo piu’ individuali, da parte della classe parlamentare sannita.
”Non c’e’ stata sinergia – dicono gli addetti ai lavori – scarsa collaborazione, poco potere decisionale e di autonomia, capace di andare contro le direttive delle segreterie nazionali dei partiti”. Non sono mancate le reazioni: ”Il decreto sul riordino delle Province, che ha unificato quelle di Benevento ed Avellino, – commenta Cosimo Izzo, vice capogruppo del Pdl al Senato nonche’ capogruppo alla Provincia di Benevento – mortifica la storia e l’autonomia di entrambe. La soddisfazione di vedere riconosciuto Benevento capoluogo della nuova Provincia sannita-Irpina non lenisce il rammarico. Dovremo ragionare con gli amici irpini senza fare guerre di ‘campanile’ ma cercando di determinare una forte sinergia tra le due comunita’. Sara’ necessario leggere il provvedimento del governo per verificare se e’ il caso di votarlo o di opporsi, cosa che ho gia’ fatto sul provvedimento che prevedeva la riduzione del numero delle Province”. O quella del sindaco del capoluogo sannita, Fausto Pepe, il quale dice, forse con un pizzico di rassegnazione, che ”il nuovo assetto istituzionale decretato dal Consiglio dei Ministri deve essere interpretato come un’occasione”.
”Un’occasione – spiega il primo cittadino – che vede per la prima volta unite sul piano amministrativo due realta’ importanti come il Sannio e l’Irpinia che, da oggi in poi, all’interno del contesto regionale avranno il dovere di portare avanti le istanze delle aree interne”. A parte il ”silenzio” del presidente Cimitile, da settimane stanno facendo sentire la propria voce i componenti del Comitato ”Salviamo il Sannio” che, condannando ”il decennale ‘napolicentrismo’ della Regione Campania e i vari ‘scippi’ perpretati contro la provincia di Benevento a favore delle zone costiere o della stessa citta’ di Napoli”, avevano chiesto alla Provincia di indire un referendum affinche’ il Sannio si aggregasse al Molise dando vita alla regione ”Molisannio’‘.
Lo stesso comitato, nonostante tutto, non si dice rassegnato: ”Andremo avanti – dicono i rappresentanti Luigi Bocchino e Pietro Di Lorenzo – in quanto siamo convinti che i sanniti sapranno reagire”.
Intanto, pero’, il decreto, in virtu’ della spending review, riscrive la geografia della Campania riducendo da cinque a quattro le province e, tutto questo, ”ancora una volta penalizzando le aree interne”