ARCHIVIOSessanta euro di «penale» in pochi giorni su un totale di 255: polemiche contro Compass spa

admin15/10/2012
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2012/10/Compass-SpA.jpg

Compass-SpA

Per ora è un rivolo d’acqua destinato ad asciugarsi al primo baglior di sole: ma chissà che non diventi un’alluvione man mano che la notizia comincerà a diffondersi. Stiamo parlando della denuncia alla procura della repubblica di Salerno che un cliente della società finanziaria Compass depositerà nelle prossime ore.

Il soggetto in questione, del quale non riportiamo le generalità per ovvie ragioni, è deciso ad andare fino in fondo perché considera «abominevole che la Compass applichi una penale di circa il 25% dell’importo dovuto già un minuto dopo il mancato versamento di una sola rata». Il 25 per cento? Proprio così, a giudicare da quanto sta accadendo secondo il suo racconto: la rata mensile da restituire alla Compass spa è di 255 euro, dovuta all’acquisto di un’autovettura effettuato quasi quattro anni fa. La finanziaria ha versato al concessionario 16mila euro circa, in cambio ne ricaverà intorno ai 22mila in sette anni. Senza addentrarsi nei complicatissimi meccanismi di calcolo degli interessi (si sa, quelli delle finanziarie sono generalmente spropositati) la vicenda al centro dell’imminente querelle giudiziaria che ne discenderà poggia sul principio in base al quale se io non ti verso il dovuto il giorno della scadenza -attraverso il famoso Rid bancario- tu mi scaraventi addosso una montagna di spese da far accapponare la pelle. Il bello è che nessuno può farci nulla, almeno per ora, in quanto è stato sottoscritto un contratto (tra l’altro già affidato all’analisi di specialisti per capire meglio dov’è il trucco) che prevedeva ipotesi di questo tipo. Inutile dire che i contratti non li legge nessuno, anche perché nessuno è in grado di farlo a meno che non viaggi col commercialista in tasca.

Ma sessanta e rotti euro su un totale di 255 non versato nella data stabilita (ma versato dopo qualche giorno) sinceramente è roba che farebbe rabbrividire anche il più spietato operatore di Wall Street. Invece no, a quanto sembra alla Compass spa funziona in quel modo. Ecco la ragione per la quale il cliente ha deciso di rivolgersi alla magistratura penale con il preciso intento di ottenere la punizione della società finanziaria ed eventualmente il risarcimento dei danni patiti: la denuncia-querela, infatti, avrà al centro l’ipotesi di usura, fattispecie difficilissima da individuare, soprattutto in casi come questi, ma che in linea di principio appare verosimile pur non trattandosi in senso tecnico di interessi ma di penali. Si vedrà. Sta di fatto che se per 255 euro ne chiedo 307 il giorno dopo e addirittura “minaccio” telefonicamente sostenendo che se «entro lunedì non effettuate il pagamento inseriremo il suo nome nella centrale allarmi» (l’elenco dei cattivi pagatori cioè, così hanno detto al telefono al cliente che, conoscendo i suoi polli, ha opportunamente registrato la conversazione) in quale altro modo si può definire?
La persona finita nel tritacarne non si fa alcuna illusione, almeno così ha dichiarato: «So che non ne ricaverò un granché, considerati i tempi della giustizia, le continue emergenze e certe abitudini burocratico-formalistiche: ma non dispero, ho fiducia che se il fascicolo sarà aperto (è la prima incognita) finirà nelle mani di un magistrato capace e sensibile ad un problema grande quanto una casa. Non ci sono solo io in questa situazione, conosco già altri tredici casi del genere».
Una partita da seguire che, con ogni probabilità, riserverà numerose sorprese.

Peppe Rinaldi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

admin

Leave a Reply