ARCHIVIOEx leader Msi ucciso per 60 euro: la Polizia a caccia di due rumeni

admin08/10/2012
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Manifesto_Sergio_Rossi

Ogni delitto di sangue è ingiusto ed atroce, e la sete di giustizia aumenta man mano che la «banalità del male» inflitto si presenta in tutta la sua dimensione. Come nel caso della morte di Sergio Rossi, storico militante e dirigente del fu Msi di Salerno: ucciso da una coppia di balordi che non ha esitato a colpirlo in testa con un martello per prendere ciò che aveva in quel momento nel portafogli. Cioè, poco meno di 60 euro.

E’ successo venerdì dell’altra settimana nel cuore di Salerno, a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Rossi aveva appena preso un caffè in un bar di via De Bartolomeis, il tempo di pagare, uscire e imbattersi in un gruppo di extracomunitari, uno dei tanti che popolano le nostre città: due di loro gli si avvicinano, chiedono l’elemosina, ad un tratto la pretendono e circondano il malcapitato che, nonostante una robusta corporatura, non riesce a sottrarsi alla pressione. Rossi_Sergio_buonaAll’improvviso tutto degenera, Sergio viene circondato e su di lui si abbatte una scarica di botte fino a quando, molto probabilmente con un martello come confermerà l’autopsia, uno dei due lo colpisce alla nuca facendolo stramazzare al suolo. Sono circa le dieci di sera di un caldo venerdì salernitano, la città si prepara alla movida del week-end e le strade non sono affatto deserte: specie in centro, dove tutto è tragicamente avvenuto.

Il pestaggio si era appena concluso quando sopraggiunge un uomo che cerca di intervenire per sottrarre il 64enne alla mattanza: i due extracomunitari (gli inquirenti cercano due rumeni che «extracomunitari» in senso tecnico non lo sono più) scappano via con il magro bottino, perdendosi tra corso Garibaldi e corso Vittorio Emanuele. Sergio è ancora vivo, viene trasportato in ospedale e vi resterà per circa sei giorni. In coma profondo. Fino all’altro ieri quando il suo cuore cesserà di battere. Il referto del medico legale parla apertamente di «danni irreversibili al cervello e al cervelletto procurati da un oggetto contundente, verosimilmente un martello». Martellate in testa per quattro spiccioli, un delitto nauseante più di quanto non lo sia in sé. Sergio Rossi era conosciuto e stimato, specie negli ambienti della destra salernitana storica, quella formatasi negli anni di Almirante e dei suoi affollati comizi di piazza della Concordia.

Sotto casa sua, gli amici del figlio Antonio hanno affisso manifesti molto eloquenti: «Nessuno porga l’altra guancia: Caino deve pagare!» (foto in alto). Proprio quel che stanno cercando di fare le forze dell’ordine che battono palmo a palmo la città a caccia degli assassini.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 7 ottobre 2012)

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