ARCHIVIOStrage di Castelvolturno: lo stato ancora non risarcisce

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Castelvolturno_strage_2008

CASTELVOLTURNO (CE)- Riusci’ a salvarsi nella strage che a Castel Volturno, la sera del 19 settembre del 2008, vide sei suoi connazionali uccisi dalla camorra. E gia’ dal letto d’ospedale, Joseph Ayimbora, poco dopo l’accaduto, collaboro’ con magistratura e forze dell’ordine riconoscendo i killer, tra cui lo stesso Setola. Ammesso al programma di protezione, e’ morto pochi mesi fa. Ma la sua famiglia, attualmente in localita’ protetta, non ha ancora ricevuto dallo Stato il risarcimento riconosciuto a titolo di provvisionale dalla sentenza di primo grado sulla strage emessa nell’aprile del 2011.


Il commissario prefettizio del Comune di Castel Volturno, Antonio Contarino, ha annunciato di aver emesso ”una delibera con la richiesta di conferimento della medaglia d’oro al valor civile a Joseph Ayimbora”. ”Aspettano da quasi un anno e mezzo 200mila euro, tanto riconobbe il giudice – spiega il legale della famiglia Ayimbora, Liana Nesta – e ora sopravvivono grazie ad una somma che e’ circa il doppio della pensione sociale, ovvero poco meno di mille euro. Credo che lo Stato debba essere piu’ celere con gli Ayimbora, visto il servizio reso da Joseph”.

L’ avvocato ha detto inoltre che presto ”anche le altre sei famiglie dei ghanesi uccisi, che nel processo penale di primo grado non si costituirono parte civile, intenteranno causa per il risarcimento”. ”Spero che la comunita’ civile locale sconfigga l’omerta’ seguendo l’esempio dato da Joseph, il cui atto di coraggio sottende valori fondamentali come la ricerca della verita’. La comunita’ ghanese merita tutta la nostra solidarieta’, ma merita soprattutto il riconoscimento di diritti compresi nello status di cittadini”, ha affermato il procuratore di Castel Volturno, Corrado Lembo, mentre il pm Sirignano, parlando sul luogo della strage – dove ancora i muri sono segnati dai proiettili sparati dai kalashnikov e c’e’ la scritta in sigla ‘rip’, dedicata alle vittime ghanesi dagli amici il giorno dopo la mattanza – ha ricordato ”che questo territorio e’ stato distrutto da costruzioni abusive e da persone che non hanno mai attribuito alcun valore all’ambiente e al rispetto delle regole”.

Dal canto loro i ghanesi hanno invocato ”l’unita’ con la comunita’ italiana e le altre residenti a Castel Volturno”, chiedendo piu’ sicurezza, anche se per Elijah Nsoah, muratore senza contratto, ”dopo la strage c’e’ un maggiore controllo del territorio”; soprattutto hanno invocato piu’ diritti, in particolare sul fronte lavorativo. A tal proposito, la regolarizzazione dei lavoratori immigrati procede molto a rilento in Campania, con appena otto domande presentate, cinque delle quali a Caserta, a conferma dell’enorme presenza di lavoratori in nero.

 

Redazione Eolopress

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