CAMPANIA- Sara’ la seconda vendemmia piu’ scarsa dal 1950, con uve in calo del 3,5% rispetto all’anno scorso e dell’8% in confronto alla media degli 5 anni. La vendemmia 2012 produrra’ 41,2 milioni di ettolitri di vino (nel 2011 erano stati 42,7 milioni di ettolitri), secondo le prime stime dell’Associazione dei tecnici vitivinicoli italiani. Lucifero tuttavia non ha bruciato le vigne italiane.
Per le quantita’, le condizioni climatiche hanno diviso l’Italia in due: Centro Nord – Lazio compreso – con cali che vanno da -5% a -15%, Centro Sud invece che mantiene i livelli dell’anno scorso o addirittura li aumenta fino al 10%. Lombardia, Trentino e Toscana le regioni con minor produzione (-15%), secondo Assoenologi, mentre quelle che incrementano la propria produttivita’ rispetto allo scorso anno sono la Campania e la Sicilia, con +10%. Anche se ”e’ ancora presto per fare previsioni” (ad oggi e’ stata raccolto meno del 15% dell’uva), l’Associazione degli enologi sottolinea che i sette anticicloni che hanno infiammato l’Italia e una carenza di piogge oltre ogni record sono serviti a difendere gli acini dalle malattie. ”L’uva e’ sana. Il pieno della raccolta in Italia avverra’ nella seconda decade di settembre – dice Martelli – Siamo di fronte a un’annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialita”’.
A trattenere il fiato non sono sono i viticoltori nazionali ma anche i mercati esteri. Il vino italiano infatti, conferma Assoenologi, ”piace e rimane il piu’ venduto nel mondo”. Dopo i successi nell’export 2011, ”i primi mesi di quest’anno mettono in luce un decremento in volume del 5,5% ma una crescita del 6,8% in valore rispetto al 2011. Il che vuol dire che mandiamo all’estero meno prodotto ma guadagniamo di piu”’. Interessante anche l’incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all’estero all’ingresso che, negli ultimi mesi, e’ aumentato del 12,5% passando da 1,76 a 1,98 euro.