E’ probabile che pure al principe dell’anti-casta Gianantonio Stella abbiano rifilato una bufala. Può capitare a tutti, ci mancherebbe. Ieri l’ex giornale più letto d’Italia ha fatto mezza paginata sull’abusivismo edilizio al sud, offrendo ad ignari lettori una divertente foto «scattata in un cantiere di Eboli» in via Cristoforo Colombo, di uno striscione recante la scritta «Vendesi appartamenti abusivi. Info in sede».
Urge verifica, lo scoop appare grosso. Se un parco di un condominio privato (foto sotto) quello del palazzo Gallo all’ingresso della città, seppur maltenuto e preda di erbacce varie, con giochi per bambini dell’asilo lì vicino, può essere definito «cantiere», questo ancora non lo sapevamo. Ma tutto può essere. Un testimone riferisce che si tratta di uno striscione che è là da tempo e che, se ben ricorda, risalirebbe ad uno scherzo fatto tempo fa: o, addirittura, uno striscione recuperato in una manifestazione di protesta degli ambientalisti. Anche questo può essere. Va da sé che gli attivisti del Wwf abbiano fatto bene ad elevarlo a simbolo di un andazzo che, obiettivamente, non risparmia la città resa famosa da Carlo Levi.
Detto questo, anzi, scritto questo, c’è una cosa che il Wwf locale potrebbe segnalare a quello stesso Fulco Pratesi (la fonte di Stella) che, per sua ammissione, si lava solo una volta a settimana allo scopo di ridurre lo spreco d’acqua nel mondo: a meno di cento metri dal “cantiere” con lo striscione c’è l’evidenza plastica di quel che significa rispetto delle regole e delle leggi.
I nostri cinque lettori lo osserveranno nelle foto che riportiamo: nel semicerchio a destra della rotatoria principale della città, quella di ingresso, ci sono da tempo i rendering di un progetto edilizio da farsi su alcuni terreni alle spalle (foto in alto in apertura e sotto a destra). Non risulta, però, allo stato alcuna licenza edilizia, eppure c’è l’immagine di come sarà il complesso, c’è la targa con l’avviso delle telecamere di videosorveglianza, ci sono perfino già mattoni accatastati, recinzioni effettuate e via dicendo.
Insomma, lì sì che c’è un cantiere: e il Wwf (sia chiaro, benemerita associazione, almeno quando non si lascia invischiare nella lotta politica) com’è che non l’ha notato? Passi per gli ambientalisti, ma i vigili urbani che fanno, dormono? Ma non hanno un team che si occupa solo di queste cose, peraltro -ci informano- guidato sempre dallo stesso sottufficiale da oltre 20 anni? O sono troppo impegnati? O c’è -guarda un po’- carenza di personale? A onor del vero, salvo qualche eroe/eroina che prende sul serio il proprio lavoro, non è che i caschi bianchi brillino per efficienza (fasi un giro per la città per osservare l’anarchia automobilistica e civile). Potrebbe esserci questa spiegazione: preferiscono non immischiarsi in vicende “delicate”. Il che è comunque un problema che meriterebbe l’interessamento di altre autorità, a prescindere.
Ma perché “delicate”? Perché se qualcuno fosse interessato a capire come mai quel cartello troneggia impunemente nonostante le decine di migliaia di passaggi quotidiani, obbligati in quella zona, la spiegazione potrebbe trovarla nella proprietà di quei suoli, oggetto di una recente compravendita. Si tratta dello stesso nucleo di interessi -termine eufemistico- ampiamente spalleggiato dall’amministrazione comunale targata Pd-Udc-Idv-Api che da tempo scandisce ritmi e tempi di una parte consistente dell’urbanistica locale. Se gli organi di informazione non ne parlano, non significa che certe cose non esistano anche in questa cittadina in provincia di Salerno.
Ecco, il Wwf fotografi anche quei cartelli, li mandi a Pratesi che, possibilmente dopo aver lavato le mani, li girerà a Gianantonio Stella, il quale a sua volta potrà tornare sull’argomento.
Peppe Rinaldi
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