ARCHIVIOIl primario fantasma nel mirino di Henry John Woodcock

admin07/03/2012
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Bufera sulla sanità campana. E, stavolta, il profondo rosso del bilancio regionale non c’entra. C’entrano invece anni di andazzo anomalo della gestione e della tempistica delle operazioni chirurgiche, sempre divise -e contese- tra servizio pubblico e privato. Quel che succede quasi ovunque in pratica: ma da ieri mattina, a quanto pare, da generalizzato e odioso malcostume l’argomento si è trasformato in questione da codice penale.

La procura di Napoli infatti ha demolito un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla concussione, all’abuso d’ufficio e al falso emettendo 13 misure cautelari nei confronti di personale medico e amministrativo di varie strutture ospedaliere napoletane, tra cui il Cardarelli, nonché di alcuni dipendenti della nota casa di cura privata «Villa del Sole».


I provvedimenti hanno consistito in un arresto in carcere, due ai domiciliari, tre divieti di dimora e sette obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Oltre a ciò anche 42 decreti di perquisizione domiciliare: tutte misure richieste dai pm Henry John Woodcock(foto in alto a destra) e Francesco Curcio (quelli della P4) e concesse dal gip Ludovica Mancini.

Il nome eccellente non poteva mancare. Si tratta del primario di ortopedia del Cardarelli, Paolo Jannelli(foto in alto a sinistra) discendente di una famiglia storica della sanità napoletana. Un barone a pieno titolo, si direbbe: il papà Eugenio, morto nel 2005 e considerato un capo scuola dell’ortopedia italiana, è stato senatore del Pci oltre che medico sociale del Napoli calcio. Amico di Giorgio Amendola, Giorgio Napolitano e Gerardo Chiaromonte, conquistò l’appellativo di ‘barone rosso’. Il nonno dell’arrestato, Luigi, fondò la clinica “Villa del sole”, struttura privata ancora di proprietà della famiglia. Il fratello gemello di Jannelli, Gabriele, è finito ai domiciliari insieme ad un altro nome di spicco del capoluogo: l’ad della clinica Marco Von Arx.


Nell’ordinanza firmata dai pm e dal gip si legge che il luminare «dopo aver prospettato speciosamente (e sistematicamente) ai degenti tempi lunghi di attesa per essere sottoposti alle cure e agli interventi, induce gli stessi a trasferirsi presso Villa del Sole, approfittando delle loro condizioni fisiche precarie, del loro stato di soggezione e di diminuita capacità di discernimento, così sfruttando ai fini di lucro la sua condizione di preminenza».


Tra i testimoni sentiti dagli inquirenti c’è un’anziana di 78 anni costretta a pagare 4mila euro per un intervento al femore che, rimanendo al Cardarelli, avrebbe avuto chissà quando. Come pure da alcune intercettazioni emerge la preoccupazione di Jannelli e Von Arx di «sistemare le carte e pensare ai cazzi nostri» dopo la morte, pare non accidentale, di un degente. Il primario sarebbe poi anche assenteista dal momento che risultava presente in ospedale, a turno pieno 9-14, mentre invece era in vacanza in Thailandia. Gli esempi si sprecano. Come quello dell’ortopedico che vive e lavora ad Arezzo, denunciato per peculato in concorso perché, quando lavorava al Cardarelli, avrebbe sottratto i ferri chirurgici in dotazione utilizzandoli presso la «Villa del Sole».


«Arriverà a breve il provvedimento di sospensione per tutti i destinatari delle misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sul reparto di ortopedia del Cardarelli»: lo ha annunciato ieri sera il direttore generale Rocco Granata.  «Abbiamo già nominato il legale, l’avvocato Giuseppe Pellegrino, e ci costituiremo in giudizio per qualunque danno, materiale o di immagine, arrecato all’azienda ospedaliera», ha aggiunto.

«Colpito il malaffare in sanità. Chi non rispetta le regole ruba la salute ai cittadini» è stata l’immediata dichiarazione del ministro della Salute Balduzzi.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 7 marzo 2012)

 

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