Omissis-ArchivioLa Dynasty di Catanzaro (parte III)

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La geopolitica catanzarese ha le sue regole, i suoi riti, le sue liturgie. Calabria Ora ha provato a descriverne i tratti essenziali, tale e tanta appariva la particolarità di un capoluogo di regione nel quale la cosiddetta “microfisica del potere” risponde ad un requisito unico: il gradimento dei nuclei familiari dominanti. Si obietterà: dov’è la novità visto che succede un po’ ovunque? Vero: ma a Catanzaro accade più che altrove. Diversamente, non si spiegherebbe come mai la stragrande maggioranza degli uffici pubblici sono condotti in locazione dagli enti da molto tempo. Significa, cioè, che l’operazione risulta gradita a locatore e locatario dal momento che anche i bambini comprendono che acquistare un immobile è più saggio (oltre che conveniente) che affittarlo. Si pensi, ad esempio, all’eterna costruenda cittadella giudiziaria o al palazzo della giunta regionale. Ci sono ma non ci sono, lavori e progetti sono avviati ma di finire non se ne parla. Una ragione ci sarà. Nelle prossime puntate ci occuperemo, più o meno analiticamente, del patrimonio privato in mano pubblica, che è pur sempre il cliché in forma rovesciata del più ricorrente pubblico in mano privata. Che, inutile specificarlo, non rappresenta il caso di Catanzaro.
A conferma della intercambiabilità di ruoli e funzioni, concorrono ora alcune indiscrezioni che riguardano il riposizionamento ai vertici di importanti associazioni di categoria. Con tutto quel che questo significa. Parliamo del cambio della guardia alla presidenza della Camera di Commercio e, specularmente, a quella di Confindustria regionale. Chi c’è oggi a capo degli imprenditori del commercio, dell’agricoltura e dei servizi? Uno degli esponenti di spicco di quel trittico delle famiglie descritto in una nostra precedente puntata: vale a dire Paolo Abramo, rampollo della nota dinastia di tipografi. Abramo, primo dei non eletti al consiglio regionale in quota Pd (è in corso una vertenza al Tar tra lui e il consigliere Enzo Ciconte, in via di definizione proprio nelle prossime ore) e vicino all’abbraccio con l’Udc, lascerebbe il posto a Luigi Noto, fratello di Floriano, pure lui protagonista della dynasty catanzarese.
Non è l’unica novità sul tavolo del riordino degli schemi di potere del capoluogo. Perché accanto a questa ci sarebbe l’occupazione della casella di presidente degli industriali calabresi da parte di Giuseppe Speziali, figlio del senatore Vincenzo, pedina lasciata vacante da Umberto De Rose. La fase di interregno di queste ultime settimane potrebbe spiegarsi con la travagliata faccenda dell’associazione di Reggio Calabria, commissariata da Emma Marcegaglia. Ora che il dipietrista Callipo farà il commissario dell’organizzazione reggina, con ogni probabilità, anche questo tessera verrà incastrata nel mosaico.
Insomma, s’è capito: se non è zuppa è pan bagnato.
(3-continua)
Peppe Rinaldi dal quotidiano “Calabria Ora”

Peppe Rinaldi

Giornalista

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