La mozzarella di bufala, traino del Made in Italy e prodotto gastronomico d’eccellenza consumato da un italiano su due nel 2009, è al centro della bufera. Il Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, ha disposto il commissariamento del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala presieduto da Luigi Chianese. “Il presidente del consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop è stato sorpreso durante i controlli ad annacquare il latte. Ho ritenuto opportuno accelerare i tempi attraverso i quali fornire informazioni sul commissariamento del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop, perché lo stesso era stato oggetto di un’intervista molto puntuale da parte di una troupe delle Iene. Dunque, il rischio che si arrivasse ad un’informazione non corretta e allarmistica era alto”, ha dichiarato il Ministro.
“Non potevo a quel punto fare altro, ha aggiunto Zaia, che governare la situazione a tutela dei consumatori, evitando quindi che si pensasse a un problema alimentare che non esiste e non è mai esistito e a tutela di uno dei più importanti prodotti Dop che si producano in Italia”. “L’atto amministrativo in questione, ha concluso, è datato giovedì 14 gennaio ed è stato reso pubblico in questi giorni, dopo la notifica ai diretti interessati”. Il provvedimento adottato da Zaia è stato molto apprezzato da Coldiretti e Lega degli allevatori bufalini. “La decisione del Ministro, sottolinea la Coldiretti, deve aiutare a fare chiarezza su un prodotto simbolo dell’agroalimentare Made in Italy che è destinato per il 16 per cento all’esportazione e che offre opportunità di occupazione a 20mila persone con una produzione annuale di circa 31 mila tonnellate per un valore di oltre a 300 milioni di Euro”. “Dal 12 giugno 1996, la Mozzarella di Bufala Campana, precisa la Coldiretti, ha ottenuto il riconoscimento del marchio a Denominazione di Origine Protetta e ora è al quarto posto per produzione tra i formaggi DOP”. “Il Commissariamento deve essere l’occasione, sostiene la Coldiretti, per riequilibrare la presenza degli allevatori nel Consorzio, dove fino ad ora ha prevalso la componente industriale, per realizzare un necessario e profondo cambiamento, a garanzia degli allevatori e dei consumatori”. La notizia del commissariamento del Consorzio di Tutela (CdT) non ha sorpreso affatto i dirigenti della Lega allevatori bufalini (Lab) da tempo invocavano un provvedimento di questo tipo. Per il presidente della Lab, avv. Raffaele Ambrosca, è “soltanto la cronaca di un inevitabile sbocco annunciato“. “Era ora! Si è finalmente acceso un faro che irradierà luce e servirà ad un riassetto profondo quanto atteso, nella direzione del rispetto delle norme e dell’indispensabile rilancio qualitativo della mozzarella che è il nostro prodotto per eccellenza”, ha dichiarato un agguerrito Ambrosca. “Il Ministero, ha aggiunto, rincarando la dose, ha formalmente adottato un provvedimento che da tempo la Lab ha richiesto ed auspicato: era troppo evidente la deriva in cui precipitava sempre di più un Organo di controllo che proprio nei controlli si era ripetutamente esposto a critiche”.
Il presidente Ambrosca, pur riservandosi di procedere nelle prossime ore ad una valutazione più organica e dettagliata della decisione del ministro, ha voluto ricordare la lettera che ebbe a scrivere proprio a Zaia, già a metà ottobre del 2008 nella quale, tra le altre cose, evidenziava come “palesemente ostentata la tracotanza di quei trasformatori che adottano pratiche che rasentano lo sciacallaggio”. Sciacallaggio che va combattuto con provvedimenti drastici, perchè mette a rischio un settore vitale dell’economia di Terra di Lavoro, nel quale sono impegnati oltre 3mila imprenditori e 370 caseifici, con 250.000 capi allevati, di cui circa 130 mila bufale in lattazione, distribuiti in 1850 allevamenti. L’80 per cento degli animali è distribuito nell’ambito del territorio campano, mentre il restante 20 per cento è dislocato nel basso Lazio, in Puglia e in Molise.
Ernesto Ferrante