Il parco archeologico di Paestum con le azioni messe in campo dal vulcanico direttore, Gabriel Zuchtriegel, è riuscito a raccogliere fondi privati per un importo di trecentomila euro, di cui centosettantamila negli ultimi dodici mesi dal conferimento dell’autonomia finanziaria e gestionale iniziata tre anni fa.
Il Parco destina i fondi raccolti a progetti di ricerca e restauro dei beni culturali di propria competenza. “Considerando che siamo partiti da zero tre anni fa – dichiara il direttore – è un grande segnale per lo sviluppo culturale ed economico di un Meridione ricco di eccellenze”.
Durante un incontro svoltosi nella sede di Confindustria Salerno tra gli imprenditori sostenitori del sito Unesco il presidente Vincenzo Boccia ha lodato l’operato dell’ente guidato da Gabriel Zuchtriegel.
“Confindustria – ha commentato il presidente Boccia– ha sì un cuore manifatturiero, ma include anche edilizia, servizi, turismo e cultura. L’accordo dell’associazione di Salerno con il parco archeologico di Paestum mette in gioco le imprese, l’arte e il territorio in un connubio che valorizza tutte le componenti. E testimonia ancora una volta che quando entrano in campo bellezza, equilibrio e tradizione, entra in campo l’Italia”.
GLI INTERVENTI
Tutto è partito tre anni fa con la sala Mario Napoli, che ospita la celeberrima Tomba del Tuffatore, nella quale vi erano evidenti lacune quali, buchi nel tappeto e tendine sporche. Grazie all’intervento della famiglia Palmieri, titolari di un caseificio locale in località Vannulo è stato possibile rinnovare la sala. Interventi successivi hanno visto Giuseppe De Martino del pastificio Antonio Amato sponsorizzare due borse di ricerca semestrali per consentire la partecipazione di giovani archeologi, selezionati attraverso un bando nazionale, ai nuovi scavi di Paestum che il direttore ha avviato nel quartiere abitativo del sito.Nel 2017, L’Italian-American Forum Foundation ha sostenuto il restauro di una tomba dipinta, esposta poi nella mostra “Action painting rito e arte nelle tombe di Paestum”. Nello stesso anno, grazie alla Fondazione di Comunità Salerno, guidata da Antonia Autori, si è svolta una serata di raccolta fondi alla Tenuta dei Normanni con interventi di Vittorio Sgarbi e Peppe Barra a favore del restauro di un’altra tomba dipinta di Paestum.
Il caseificio Barlotti e Giuseppe Pagano del Savoy Beach Hotel hanno finanziato la ripresa del piano di manutenzione del Tempio di Athena, fermo da più di dieci anni. Nel 2018, Barbara Guerra e Albert Sapere di LSDM, con lo chef stellato, Massimo Bottura, hanno organizzato una cena beneficiaria nell’area archeologica di Paestum, i cui ricavi sono andati allo scavo di un edificio antico nei pressi del Tempio di Nettuno.
La stessa Confindustria Salerno, che nella persona del presidente Andrea Prete ha ospitato l’incontro con Boccia, ha fatto del suo: attraverso la Fondazione Mezzogiorno Tirrenico, presieduta da Giuseppe Rosa, ha contribuito a un progetto di analisi archeometriche e conservazione delle famose metope dal tempio di Hera alla Foce del Sele.
La donazione singola più alta, però, è stata fatta solo pochi giorni fa da parte della famiglia D’Amico, titolare dell’omonima azienda alimentare a Pontecagnano. Si tratta di 100mila euro destinati a un progetto di monitoraggio antisismico del Tempio di Nettuno. Tale progetto, elaborato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno prevede l’installazione di otto sensori di tecnologia avanzata posizionati sul monumento che permetteranno un monitoraggio continuo, una specie di TAC, consultabile attraverso la rete in tempo reale. Le principali informazioni sul comportamento del tempio di Nettuno saranno messe a disposizione di tutti gli utenti in rete in un’ottica di open data e di trasparenza nell’amministrazione del patrimonio archeologico.“Partecipare al progetto del monitoraggio del tempio più grande dell’antica polis di Paestum è per noi non solo un onore ma anche motivo di orgoglio” – commenta Sabato D’Amico, amministratore delegato di D’Amico – crediamo fermamente che solo preservando e valorizzando il patrimonio artistico nazionale, possiamo contribuire alla crescita e allo sviluppo del nostro territorio”.
Oltre a donazioni e sponsorizzazioni in denaro, il parco archeologico di Paestum gode anche di altre forme di sostegno. Così, per esempio, l’azienda Sabox di Nocera Superiore, ha fornito le sedie personalizzate per allestire la sala di conferenze del museo. E da poco più di un anno esiste l’associazione “Gli Amici di Paestum”, presieduta da Teresa Giuliani e attualmente impegnata nel rilancio del Museo narrante di Foce Sele.
Premiate, quindi, le aziende che finora hanno sostenuto le attività del Parco e che rientrano nel Circolo di Nettuno: D&D Italia (D’Amico), Savoy Beach Hotel di Giuseppe Pagano, Tenuta Vannulo di Antonio Palmieri e Famiglia, Pastificio Di Martino G. & F.lli SpA (Pasta Antonio Amato), Sorrento Sapori e Tradizioni srl, Caseificio Barlotti Paestum, Le strade della mozzarella, Fondazione Mezzogiorno Tirrenico e Fondazione Comunità Salernitana.
Carmine Sasso
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