GIUSTIZIAOmissisEboli, caso Ises: tredici indagati. I nomi

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Non solo hanno trascorso anni senza stipendio nella poco invidiabile condizione di sottomissione ed umiliazione; non solo restano ancora oggi appesi alla farlocca speranza di riprendersi un posto di lavoro perduto il giorno stesso in cui hanno accettato di entrare in questo tunnel; non solo sono involontari strumenti nelle mani di improvvisati e raffazzonati maneggiatori della cosa pubblica cosiddetta, ma ora per una buona parte degli ex soci della ex cooperativa Ises è tempo di avvocati, periti, consulenti e, soprattutto, di nuove spese da affrontare. Massima solidarietà.

 

Tredici persone della vecchia compagine sono infatti indagate dalla procura della repubblica di Salerno per diffamazione aggravata e calunnia, reato, quest’ultimo, non tanto comodo in termine di gestione e conseguenze potenziali. Il pm titolare del fascicolo è lo stesso che si sta occupando della truffa della Casa del Pellegrino, la dottoressa Valleverdina Cassaniello, indagine nella quale sono finiti – finora- il sindaco Cariello, l’intera giunta comunale e un paio di dirigenti che hanno avallato le scombiccherate quanto spregiudicate manovre dell’amministrazione sulla pelle di venti disgraziati disabili, ancora senza nessuna tutela legale e, dunque, in stato di sequestro di non si capisce bene chi.
I nostri cinque lettori ricorderanno senz’altro che ad agosto dello scorso anno questo gruppo di soci della ex coop diffuse un allucinato comunicato stampa, inviato anche all’Anac (Autorità Anticorruzione) e allo stesso procuratore capo Corrado Lembo, secondo il quale le disgrazie della loro cooperativa erano da ricondursi al complotto organizzato da un imprenditore del settore, definito “concorrente” dell’ex struttura (il che oltre a far ridere, denota assoluta ignoranza del sistema che regola i rapporti con il Ssn). Come ampiamente previsto da Le Cronache (consultare archivio) la cosa si è trasformata in un boomerang: scrivere scemenze, anche gravi, accusando qualcuno sapendolo innocente però cambia il connotato del problema. E pure di parecchio.
Certo, le indagini giudiziarie seguono traiettorie imperscrutabili e non si sa mai come possano andare a finire, ma di sicuro la rogna che ora hanno da gestire gli indagati è una di quelle serie anche perché, da indiscrezioni filtrate dagli uffici giudiziari, pare che il problema sia la identificazione del “mandante” di una operazione tanto stupida quanto pericolosa. L’idea è che il tutto risalga alla mano di un noto dossieratore locale, peraltro inguaiato di suo con la giustizia ed espulso dalla vita politica per via di un’altrettanto nota attitudine familiare al compimento di imbrogli, corruzioni ed appropriazioni indebite, appare agli stessi inquirenti quantomeno verosimile. Ma su questo starebbe lavorando un altro pubblico ministero. Un esercizio “maligno” in cui sembra esserci anche la manina del primo cittadino, dato fermo solo al livello di ipotesi, almeno finora.

Domani, intanto, il sindaco Cariello dovrebbe sgomberare la Casa del Pellegrino, la scadenza della millesima proroga è arrivata e sarebbe pure improcrastinabile la data dell’1 marzo: dovrebbe, appunto, dal momento che non sembrano ancora conclusi i lavori alla «nuova sede», la struttura di via Nazionale (Palazzo Fulgione&Merola), dove compare anche lo stesso progettista che presentò alla vecchia coop una fattura, ovviamente gonfiata ad hoc, di circa 60mila euro per un banale cambio di destinazione d’uso) in cui tutto si farà -sempre che vi si riesca- tranne che la riabilitazione: un’altra gigantesca truffa che la città pagherà e che pure pagheranno i proprietari dell’immobile, lo stesso sindaco e quanti stanno avallando lo squallido mercato costruito grazie al sequestro ininterrotto di venti persone incapaci, dei quali tutti se ne fottono.
La comica telenovela della cessione del ramo d’azienda entro il 18 gennaio scorso (condizione per lo sgombero) c’è stata: quel che non si capisce è se abbiano ceduto anche le persone, cioè i portatori di handicap reclusi. A noi hanno insegnato che le persone, anche se meno fortunate di noi, non si possono trattare come gli oggetti e, pertanto, si possono cedere strumenti, beni e suppellettili, non certo esseri umani: quindi la responsabilità anche di Asl, prefettura e soprattutto procura, prima o poi salteranno fuori e saranno dolori per tanti.

Certo, essendo possibile che ancora oggi nessuno espella dalla vita pubblica un noto compratore di bambini come Niki Vendola (e altri come lui/lei) sarà anche possibile fare i trafficanti di disabili. Esattamente quel che accade da anni ad Eboli.

I NOMI

Ecco i nomi degli indagati per calunnia e diffamazione. Si tratta di Giovanni Bellantonio (cognato dell’ex dominus dell’Ises, il già sindaco Martino Melchionda), Massimo Cataldo, Temistocle Cimmino, Teresa Cuozzo, Lucia Dabbene, Tullio Gaeta (presidente uscente della coop fatta da egli stesso commissariare e attuale presidente della “Nuova Ises”, la coop che starebbe per mettere piede nell’altro guaio rappresentato dal palazzo Fuglione&Merola), Alberto Gaeta, Rosa Moriello, Anna Palladino, Maria Stella Sansone (candidata alle amministrative in una lista di sostegno a Cariello e da questi piazzata nel cda della Nuova Ises), Lucia Scocozza, Cosetta Sica e Tiziana Opramolla.
dal quotidiano “Le Cronache” del 28 febbraio 2017

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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