DemosPreti in crisi, sessualità e vocazioni: summit dei vescovi della Campania

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I venticinque vescovi della Campania hanno seguito nella Casa di spiritualità “Armida Barelli”, nella frazione Alberi di Meta di Sorrento, nei giorni dal 19 al 22 febbraio, un corso di esercizi spirituali in preparazione della Pasqua. Appuntamento di per sé ordinario se non fosse per il fatto che, nel confronto anche d’idee che in queste occasioni si sviluppa, si è posta l’attenzione su una tematica particolarmente delicata: la condizione dei preti in crisi e le forme per una loro assistenza.

 

E’ del resto noto che la Chiesa cattolica, quella campana non in scarsa misura, è investita con una singolare periodicità da scandali di natura per lo più sessuale, che vanno da casi di pedofilia più o meno reali (è bene ricordare che per aversi reato di pedofilia l’abuso deve essere consumato su un minore di dodici anni) a casi di ordinaria omosessualità, spesso caratterizzati da rapporti prostitutori. Di recente un escort napoletano, autoproclamatosi “primo” della sua categoria, in un suo pamphlet ha stilato un elenco di preti suoi clienti, di cui tredici campani, nell’intento di un atto di denuncia formale dell’immoralità dilagante tra il clero.

Non vi è dubbio, infatti, che la consumazione di rapporti etero od omosessuali da parte di esponenti del clero denoti immoralità, a maggior ragione se in ambito di prostituzione, tuttavia anche la strumentalità di tali denunce desta qualche sospetto.

Anche per reagire a questo fenomeno contrassegnato da una vera e propria “caccia alle streghe” i vescovi campani hanno deciso di studiare la possibilità di erigere una struttura specializzata che si occupi della cura e dell’assistenza a preti in crisi vocazionale. Anche se non è immediata l’equazione immoralità – crisi vocazionale, appare evidente che la difficoltà ad osservare la continenza sessuale, in ogni forma, attiene al venir meno dei voti solennemente pronunciati all’atto dell’ordinazione. Un problema sempre presente nella Chiesa, che però di recente ha assunto un’evidenza ossessiva che fa interrogare i vescovi sulla reale formazione degli aspiranti al sacerdozio da parte di seminari e di facoltà teologiche.

La questione si fa particolarmente urgente specie per quanto riguarda i preti omossessuali più esposti al rischio di scandalo anche a seguito di una propaganda Lgbt corriva. Del resto il divieto di promuovere agli ordini sacri aspiranti che palesemente non fossero in grado di dominare le pulsioni verso il loro stesso sesso – divieto confermato dallo stesso papa Francesco – sembra che abbia prodotto un generale fenomeno d’ipocrisia che tende a negare quello che invece dovrebbe essere affrontato con serio discernimento.

L’iniziativa dei vescovi campani, se supererà la fase progettuale, intende reagire a questo fenomeno, approntando un aiuto a quanti -è bene ricordarlo- al di là di sanzioni canoniche a seguito dell’ordinazione conservano il carattere permanente del sacramento che hanno ricevuto. Strutture come quella ipotizzata ne esistono solo nell’Italia settentrionale. Per l’Italia meridionale sarebbe la prima e nascerebbe in Campania. Una presa di coscienza importante per i responsabili delle chiese locali, che per anni hanno cercato invano di proteggere la Chiesa da scandali semplicemente ignorando il fenomeno. Resta il fatto che Cristo stesso ha considerato necessari gli scandali, ma ne ha ammonito anche gli autori relativamente alle conseguenze personali.
Marco d’Aviano

Redazione Eolopress

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