Nuovi passi in avanti sono stati fatti nel campo della ricerca, dopo il recente sequenziamento del genoma della peronospora, un nuovo studio arriva dalla provincia di Trento, pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports (gruppo Nature), che aggiunge importanti conoscenze sui meccanismi di autodifesa della vite, e che potrà avere importanti ricadute nella lotta contro questo patogeno, riducendo così l’utilizzo di fungicidi.
La provincia di Salerno, a vocazione pressocchè agricola, da anni lotta contro l’incubo della peronospera, nel 2015 molti vigneti e uliveti della valle del Calore ne furono e appena la scorsa estate oidio e peronospora hanno messo in ginocchio il raccolto, interessando i Comuni più a sud (Alfano, Ascea, Camerota, Campora, Cannalonga, Casaletto Spartano, Casal Velino, Caselle in Pittari, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cuccaro Vetere, Futani, Gioi, Ispani, Laurito, Moio della Civitella, Montano Antilia, Morigerati, Novi Velia, Orria, Perito, Pisciotta, Roccagloriosa, Rofrano, Salento, San Giovanni a Piro, Santa Marina, San Mauro la Bruca, Sapri, Stio, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella, Vallo della Lucania, Vibonati).
In pratica i ricercatori della Fondazione Edmund Mach (San Michele all’Adige _TN), in collaborazione con il Centro agricoltura alimenti ambiente e l’università di Risorse naturali e Scienze della vita di Vienna, hanno scoperto che i composti volatili, ovvero le sostanze che dalla pianta si diffondono nell’aria, giocano un ruolo importante nella difesa dalla peronospora.
La ricerca è stata condotta nelle serre della Fondazione Mach sulle viti resistenti e gli studiosi hanno potuto osservare che le piante resistenti ad una delle più importanti malattie della vite, producono, in risposta all’infezione, dei composti volatili che si diffondono nell’ambiente ed inibiscono il patogeno e quindi bloccano l’infezione stessa. Il ruolo dei metaboliti secondari nei meccanismi di autodifesa della vite sono noti da tempo, ma per la prima volta è stato dimostrato il coinvolgimento delle sostanze volatili.
Le piante con questo meccanismo potrebbero essere in grado di agire in modo ‘sociale’ proteggendo i loro simili da ulteriori attacchi e prima che il patogeno entri in contatto con i loro tessuti.
LA RICERCA: Scientific Reports (2018) 8:1618 DOI:10.1038/s41598-018-19776-2
Downy mildew symptoms on grapevines can be reduced by volatile organic compounds of resistant genotypes
Valentina Lazazzara, Christoph Bueschl, Alexandra Parich, Ilaria Pertot, Rainer Schuhmacher, Michele Perazzolli