Pietro Nenni amava dire che “se il buon Dio non avesse voluto creare il mondo ne avrebbe dato l’incarico ad una commissione”, questo l’incipit di una nota diramata dall’associazione Nova Campania, che rappresenta alcuni tra i più grandi centri riabilitativi campani, una presa d’atto su quanto oggi la Regione Campania ha inteso fare in materia di assistenza riabilitativa, intervenendo a seguito delle dichiarazioni del presidente e commissario per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario, Vincenzo De Luca, rese nel corso di un convegno organizzato da un’associazione di categoria della sanità privata accreditata.
“Riteniamo sacrosanto il diritto di critica e di coinvolgimento nel processo decisionale dell’Ente regionale nel merito della materia specifica delle associazioni rappresentanti il settore riabilitativo e sociosanitario. Nel contempo, e nemmeno occorrerebbe evidenziarlo, vanno distinti i ruoli della struttura commissariale e delle associazioni. Sono entità ontologicamente diverse il cui contributo alla elaborazione dell’atto amministrativo è altrettanto diverso. Il Presidente De Luca- si legge nella nota a firma del presidente Mauro Mastroberardino– ha annunciato la prossima adozione di atti sui tetti di spesa e un incremento di sette milioni per la macroarea dell’assistenza riabilitativa. Un’associazione ha espresso contrarietà, in quanto non coinvolta nel processo decisionale.
Noi, invece, non esprimiamo una contrarietà preconcetta. Al contrario plaudiamo se finalmente la struttura commissariale, per la prima volta da quando è stato varato il sistema dei tetti di spesa, ha concretizzato la volontà (negli anni scorsi solo annunciata) di definire tale materia agli inizi di un’annualità e non all’approssimarsi della sua fine.
Plaudiamo pure al fatto che per il periodo 2016-2017 la struttura commissariale ha incrementato di 14 milioni di euro i tetti di spesa della macroarea riabilitativa e che è stato annunciato un nuovo incremento di 7 milioni per il periodo 2018-2019: anche se pochi, sono il segno tangibile di uno sforzo al miglioramento del settore.
Plaudiamo se dopo tante commissioni che hanno varato provvedimenti inefficaci, finalmente il Presidente Vincenzo De Luca (nella foto) ha consentito di varare una nuova procedura (ex DGRC n. 282/2016) sulla compartecipazione alla spesa socio-sanitaria che consente alle residenze sanitarie assistenziali di poter disporre della remunerazione del 100% delle prestazioni fatturate in tempi ragionevoli (senza dover più attendere i tempi biblici per il pagamento della quota sociale da parte dei comuni). Altresì plaudiamo ai decreti attuativi che avviano le nuove attività sanitarie e socio-sanitarie di cui è sempre risultata carente la nostra Regione. Infine plaudiamo alla drastica riduzione dei tempi di pagamento delle fatture ordinarie. E così faremo ad ogni nuova disposizione che porta a un sostanziale miglioramento.
Non servono sempre commissioni per fare bene il lavoro. Serve la ragionevolezza. Quella che è mancata tante volte. Come quando, dopo una lunga vicenda durata tanti anni e dopo numerose commissioni, fu adottata una nuova rideterminazione tariffaria per il settore riabilitativo con il DCA n. 81/2013. I ministeri affiancanti diedero parere negativo nelle more di un approfondimento richiesto alla nostra Regione. Approfondimento che non ci fu perché nel frattempo alcune associazioni di categoria optarono per ricorrere avverso il decreto. Perché? Per richiedere qualche euro di più. La struttura commissariale organizzò, allora, un’altra commissione e, dopo mesi di riunioni, si varò un nuovo decreto, il DCA n. 49/2015. Decreto condiviso, sì, ma i ministeri affiancanti lo bocciarono senza riserve. Il risultato di tanta concertazione? Tariffe più basse di quelle determinate nel 2013.
E’ vero che una concertazione amplia l’orizzonte di chi è chiamato a intervenire sulla normativa. E’ vero che la condivisione determina partecipazione democratica. Ma è vero pure che l’esperienza fa riscontrare che la nostra è una Regione commissariata, che tanta condivisione senza limiti ha contribuito a deresponsabilizzare e a livellare verso il basso la qualità del nostro Sistema Sanitario Regionale.
Il Commissario prende le sue decisioni. Le Associazioni di categoria e le altre parti sociali forniscono contributi alla definizione di soluzioni. Il metodo democratico della partecipazione va difeso. Ma se il Commissario adotta una decisione che migliora il sistema, è giusto stigmatizzarlo?
Noi non lo crediamo. Anzi, riteniamo di apprezzare tutto quanto è stato fatto di buono anche senza l’ausilio di una nuova commissione”.