Coltivatori dell’area vesuviana si uniscono per preservare una delle più antiche qualità di leguminosa, quella dei “piselli centogiorni”, oggi a rischio estinzione.
E’ stata ufficializzata nei giorni scorsi, a Trecase presso la sede del parco nazionale del Vesuvio, la nascita del nuovo presidio Slow Food dedicato al “pisello centogiorni”, un’antica varietà di piselli, censita nella banca regionale del germplasma della Campania e da oggi oggetto di studio, recupero e valorizzazione.
L’incontro, svoltosi lo scorso 25 gennaio 2018, ha coinvolto un gruppo di coltivatori dell’area vesuviana, che già da alcune settimane hanno avviato una prima semina, e la decisione, da parte di Slow Food, di presidiare questa biodiversità vesuviana. Si proverà così a recuperare e a valorizzare un prodotto autoctono, made in Italy, promuovendolo sia sui mercati nazionali sia esteri
All’incontro hanno partecipato Vito Trotta, responsabile del Progetto Presidi Slow per la Campania e la Basilicata; Patrizia Spigno, fiduciaria della Condotta slow Food Vesuvio; Riccardo Riccardi, esperto e membro del comitato Tecnico Scientifico di Slow Food Campania; Giovanni Romano, del Parco Nazionale del Vesuvio; Raffaele De Luca, sindaco del Comune di Trecase, che sta sostenendo il progetto con entusiasmo e convinzione.
Il pisello centogiorni è coltivato prevalentemente nelle aree agricole delle provincia di Napoli e alle pendici vesuviane.
L’epoca di coltivazione va novembre a aprile. La semina manuale a file singole, con una densità d’impianto che può variare da 5,5 a 6.7 p.te/mq. La raccolta è manuale e scalare in più soluzioni. Le piante sono ad accrescimento indeterminato e vengono coltivate preferenzialmente con il supporto di tutori (pali e fili . Il frutto è un baccello di colore verde che contiene dai 6 a 8 semi per baccello. I semi sono verde chiaro allo stadio ceroso e beige allo stadio secco.