Ricerca ed innovazione al “Pin- premio nazionale per l’innovazione”, in corso a San Giovanni a Teduccio (Na), promosso dalla rete nazionale degli incubatori di impresa universitari (PNICube) con la co-partecipazione di FS Italiane. Tra le diverse esperienze riportate il “kit che consente, con un solo prelievo, di ottenere la diagnosi completa dell’infertilità genetica della coppia e la valutazione di possibili malattie ereditarie (Kronos DNA)”: l’idea di concretizza in una start up di tre ricercatrici napoletane.
L’evento, in programma oggi e domani nel complesso universitario dell’Ateneo Federico II a San Giovanni a Teduccio, e in live streaming sulla Fanpage PNICube ha raccontato le donne e la loro capacità di fare impresa innovando.
Nonostante questo, lo status delle donne italiane rispetto alle capacità espresse mostra più ombre che luci.
Dai dati emersi nel corso del talk la fotografia racconta che solo la metà delle donne lavora in Italia (51,6% contro il 71,7% degli uomini), guadagnando in media un quinto in meno dei colleghi uomini (Eurostat, 2016). E ancora solo il 29% delle donne è al vertice, secondo “Women at the Top, The Boston Consulting Group, 2017.
Ma l’analisi andrebbe ribaltata, visto che la scalata delle donne nel mondo del lavoro ha di fatto comportato una naturale contrazione delle nascite per la impossibilità o l’incapacità di gestione del rapporto lavoro-famiglia.
La popolazione italiana invecchia e si assiste ad una decrescita demografica preoccupante. Riappropriasi degli spazi domestici e procreare, dedicandosi alla crescita della prole per garantirsi un futuro, non è da aborrire e le donne di oggi dovrebbero tenere a mente tutto questo, perché è ciò che ha garantito finora la sopravvivenza della specie e delle singole identità.