“Vecchio scarpone/come un tempo lontano/in mezzo al fango, con la pioggia o col sol/ forse sapresti, se volesse il destino/camminare ancor. Vecchio scarpone, fai rivivere tu/la mia gioventù”. Così cantavano a Sanremo nel 1953 Giorgio Consolini e Giulio Latilla nella celeberrima “Vecchio scarpone”, immaginando la malandata scarpa come lo scrigno dei segreti e delle bellezze della propria giovinezza. Se soltanto ci facessero camminare come prima restituendoci gli anni trascorsi, le scarpe diventerebbero molto più di un feticcio, quali per molti sono, bensì una vera e propria divinità.
Oggi, in un mondo rovesciato e completamente trasformato, sospiri e desideri, per quanto globalizzati, li affidiamo alla tecnica. Oltre che all’ingegno di chi ha immaginato che potesse essere un’attività imprenditoriale a se stante quella del lavandaio di scarpe. In Italia queste lavanderie specializzate si sono diffuse da qualche anno, ultimamente anche nel Mezzogiorno, a Napoli, dove l’unica cosa che non scarseggia è l’inventiva. Ma pure al nord e al centro la penetrazione si è fatta capillare.
L’ultima in ordine di tempo è la “Started 1”, vero e proprio laboratorio multifunzione aperto nella capitale partenopea da un paio di settimane in via Arcoleo, dove non sarà la scarpa a farsi scarpone ma il contrario: porti la tua sneaker prevedibilmente amorfa e maleodorante e in dodici ore te la restituiscono come essa un tempo fu. “Started 1”, tra l’altro, è al passo coi tempi, si definisce “sneakers laundry” nel senso che si occupa prevalentemente di sneakers, quel tipo di scarpe che un tempo chiamavamo all’ingrosso da ginnastica. Il patron, Carlo Tedesco, parla di “urban style” e “custom made”, ad indicare un servizio personalizzato di modifica o rigenerazione dell’amato accessorio: al primo piano della struttura infatti non solo le scarpe te le lavano e fanno rinascere ma, volendo, te le trasformano a seconda di gusto, preferenza o tendenza. A breve partirà anche il servizio di consegna a domicilio, il cosiddetto “sneakers delivery”, operazione che in altre parti del Paese è già ampiamente sperimentata, non solo per le scarpe.
Zigzagando per lo Stivale, saliamo a Treviso, dove troviamo “Habitat”, che ad aprile di quest’anno ha festeggiato il primo anno di vita. Il titolare, Vittorio Tomasella, trentenne “malato” di sneakers (ne possiede quasi 270 paia) chiama la lavanderia “concept store” e, in effetti, la strategia di marketing di questi posti trova qui un senso proprio: riducendo i costi pubblicitari si affida prevalentemente al tam tam tra i clienti, gli unici in grado di trasferire il messaggio di un’esperienza tarata sulle esigenze e sulle particolarità di ciascuno. Pare che funzioni. Ad un quotidiano veneto Tomasella ha raccontato di aver deciso di portare a Treviso “un servizio che sta avendo molto successo in città come Los Angeles o Sidney: il cliente potrà affidarci le sue scarpe e scegliere tra le varie opzioni personalizzabili come la pulizia base, completa o servizi extra come il trattamento idrorepellente, il cambio lacci, ecc. con la garanzia di ottenere scarpe perfettamente pulite grazie all’impiego dei migliori prodotti professionali specifici”.
Chi ha poi industrializzato il discorso, partito dai capi in pelle per giungere alle scarpe, è Gerardo Delli Bovi, originario del salernitano ma residente da anni a Sedriano, in Lombardia, che ha investito su una tecnica di lavaggio costituita da un mix di idrocarburi e acqua sanificata. Oggi ha un noto punto al centro commerciale di Varese “Le Corti”. Alla rivista di settore (detergo.it) ha raccontato che per i professionisti della pulitura di capi in pelle “la crisi avanzava e noi che operiamo nel settore sentivamo che le cose non andavano bene. Allora abbiamo pensato a qualcosa di innovativo per distinguerci dalla massa puntando su accessori che per le loro piccole dimensioni e per la presenza di cerniere spesso rischiavano di rompersi. La risposta è stata straordinaria. Per molte persone il nostro intervento di pulitura significa la restituzione di un oggetto caro, come la borsa per le donne: andrebbero lavate ogni settimana”.
Da Udine e passando per Bologna arriviamo poi a Roma con la catena di punti vendita diffusi in città “Il Mastello”, dove con 10 euro per un servizio base si arriva fino ai 70/80 a seconda del tipo di scarpa e di obiettivo che il cliente intende raggiungere. A Milano c’è la “Calzoleria Moderna”, staff specializzato di “ciabattini” pronti più o meno alle stesse cifre di mercato indicate (dai 10/15 euro in su) a placare le ansie di chi a quella scarpa -sneaker o non sneaker- proprio non vuole ( o non può) rinunciare.
Aveva ragione Danny De Vito, mitico attore hollywoodiano, il Gavin D’Amato della Guerra dei Roses (film del 1989) quando disse: “Quattro cose dicono alla gente com’è un uomo: la sua casa, la sua macchina, sua moglie e le sue scarpe”. Preso in parola.
*dal quotidiano “Libero”