“E’ una soddisfazione il dover constatare che dopo due anni e mezzo di attività ispettiva da parte dell’opposizione l’Anac conferma tutte le perplessità, tutti i dubbi e soprattutto la presenza di aspetti particolarmente rilevanti sia dal punto di vista amministrativo che penale che noi avevamo denunciato fin dal 2015”. A dirlo, senza mezzi termini Giovanni Romano, esponente di Forza Italia che si dice fortemente amareggiato dal malfunzionamento di quest’impianto costato circa 30 milioni di euro, di cui 25 milioni di fondi europei e il restante messo a disposizione dal Comune.
Romano, ex sindaco di Mercato San Severino, già assessore provinciale e regionale, non le manda a dire all’attuale presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e attacca il modello Salerno che per anni è stato il vanto dell’amministrazione comunale ma, dice l’esponente di Forza Italia “qualcuno dovrebbe dar conto di quest’ingente massa di denaro. Quest’impianto conferma quello che abbiamo sempre detto e cioè che il cosiddetto modello Salerno, propagandato dall’attuale presidente della giunta Regionale e precedentemente dal sindaco di Salerno, è un modello farlocco, è un imbroglio utilizzato solo a fini propagandistici e politici e, per uno che si vuole distinguere per la politica del fare, non è certo una bella cosa, non ci facciamo una bella figura”.
Il triste epilogo del sito di compostaggio porta oggi le comunità della Campania che avrebbero dato la disponibilità ad accogliere l’impianto sul territorio a dolersene in quanto le loro preoccupazioni potranno solo aumentare e, contemporaneamente, aumenterà la desistenza ad avere questi impianti sul territorio se, l’impianto, continua ancora una volta ad essere paragonato a quello di Salerno. Stando a quanto riferito giorni scorsi dal sindaco Vincenzo Napoli, l’impianto potrebbe entrare in funzione sono nel mese di febbraio 2019 e, si interroga Romano, “com’è possibile che un impianto come questo che viene propagandato come impianto di efficienza, come la punta di diamante di un sistema Salerno che ha fatto scuola in tutta Italia e su cui si è giocata gran parte della campagna elettorale, non funziona da ormai 3 anni”.
E su quanto dichiarato recentemente dall’ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro che ha paragonato quanto accaduto a Salerno al metodo utilizzato dai Casalesi, l’esponente di FI non può che dirsi d’accordo in quanto sussisterebbe lo sperpero di denaro pubblico per un impianto che avrebbe dovuto trattare rifiuti ma che non ha assolto le sue funzioni tanto da portare l’Anac ad ipotizzare il reato di traffico illecito di rifiuti. “Noi con l’impianto di Salerno siamo ad uno smaltimento non regolare dei rifiuti perché c’è un altro aspetto di questa vicenda che non è stato ancora chiarito: il rifiuto organico non regolare che entrava nell’impianto di Salerno, non veniva trattato, non si produceva energia, non si produceva compost, usciva quasi nelle stesse quantità, e questo lo dice l’Istituto Superiore della protezione ambientale, per finire dove? In discarica”, spiega Romano sostenendo che la discarica in questione sia quella di Pianopoli, in provincia di Catanzaro di proprietà della società che gestiva l’impianto di Salerno. Giovanni Romano attacca poi l’ingegnere Luca Caselli reo di non aver effettuato controlli sull’impianto ma solo su prototipi: “l’attuale presidente della giunta della Regione Campania dice bugie, propaganda cose non vere, spaccia per modelli di efficienza veri e proprio pacchi che devono essere propinati alla gente per pagare parcelle milionarie a progettisti, a collaudatori, a gente che gira nel discorso delle consulenze perché, tramite la relazione dell’Anac, abbiamo scoperto che il collaudo di quest’impianto è stato fatto nella Commissione di collaudo di cui faceva parte l’attuale dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno e che all’epoca prestava servizio al Comune di Cava de’ Tirreni, oggi difende l’impianto. La sconfitta e la gravità dell’inefficienza del modello Salerno sta tutta qui e non c’era bisogno di scomodare l’Anac per accertare cose sotto gli occhi di tutti”, conclude Romano, ipotizzando un inganno ai danni della magistratura.
Erika Noschese_ “Le Cronache”