Si è chiusa con un’archiviazione l’indagine aperta tre anni fa dalla procura della repubblica di Salerno sul presidente del conservatorio musicale “G. Martucci” di Salerno, Franco Massimo Lanocita. Il giudice per le indagini preliminari, Ubaldo Perrotta, accogliendo l’analoga istanza del pubblico ministero, ha sciolto la riserva cinque giorni fa, dopo l’udienza preliminare del 19 maggio.
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Lanocita era accusato del reato forse più diffuso tra chi abbia anche un minimo rapporto con l’amministrazione pubblica o para-pubblica in enti, società e istituzioni: l’abuso d’ufficio (art. 323 codice penale), aver cioè esagerato nell’esercizio dei propri poteri per ottenere un ingiusto vantaggio per sé o per altri. La tesi non ha convinto il giudice terzo che ha ordinato l’archiviazione del fascicolo rimettendolo all’ufficio del pm per i rituali adempimenti di legge.
Eppure la faccenda si presentava abbastanza complessa dal momento che evocava rappresaglie sul luogo di lavoro tra dipendenti del conservatorio, dopo che una tra questi aveva denunciato strane manipolazioni del cartellino segnatempo che regola gli ingressi e le uscite dagli uffici. In pratica, l’idea era che a seguito degli esposti in cui si segnalavano irregolarità e pasticci vari sulle presenze, alcuni dirigenti, tra cui il presidente del cda Lanocita, avessero lanciato una controffensiva contro la denunciante per estrometterla dalla pianta organica del Martucci. Per tutto ciò sarebbe bastato non rinnovare il contratto di lavoro in scadenza. Quindi, dopo una serie di vessazioni fatte di richiami disciplinari e note pretestuose si giungeva all’adozione di delibere del consiglio di amministrazione del conservatorio concepite per evitare di rinnovare il contratto a chi quegli esposti aveva presentato. Non proprio accuse leggere se si considerano le gravi, reciproche implicazioni, non necessariamente solo processuali.
Sta di fatto che tutto è cominciato tre anni fa quando la signora Elena Gambardella (difesa dall’avvocato Giuseppe Della Monica), assistente amministrativo con contratto annuale rinnovabile, si presenta in procura e denuncia di aver subito una sorta di mobbing da parte dei vertici del Martucci all’indomani delle sue segnalazioni sul cartellino marcatempo. Denunce fatte nelle mani del direttore amministrativo del conservatorio, Nicoletta Mancini, e da costei girate al ministero e all’autorità giudiziaria. Di qui il patatràc, con l’annuncio della scoperta di gravi e pesanti condotte che, una volta concretamente accertate, avrebbero meritato forse più che la sola accusa di abuso: tre anni di carte, perizie, bolli, timbri e schermaglie giudiziarie varie (Lanocita era difeso dall’avvocato Felice Lentini) cancellati dalla decisione del giudice Perrotta, il quale, sentite tutte le parti, in tre giorni ha sciolto la riserva. Per la posizione del presidente del Cda del Martucci, l’avvocato Franco Massimo Lanocita, personaggio pubblico anche grazie ad un’antica presenza politica nei partiti e nelle istituzioni, il gip ha ordinato infine l’archiviazione concludendo che «mancano elementi per sostenere l’accusa in giudizio». Inutile avventurarsi, il processo non reggerebbe secondo il magistrato. Se ne deduce che di tempo e risorse ne siano così stati risparmiati, sebbene le carte girassero già da alcuni anni. Succede di peggio.
(dal quotidiano “Le Cronache” del 28 maggio 2016)