Per Vincenzo De Luca, presidente della giunta della Campania, c’è stata una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio? Fino ad una certa ora della giornata di ieri erano tutti certi che fosse così.
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«Le richieste, firmate dai pubblici ministeri Antonio Cantarella e Guglielmo Valenti, sono state depositate presso la cancelleria dell’ufficio gip/gup, ma la data dell’udienza preliminare non è ancora stata fissata» avevano più o meno replicato diversi mesi di informazione, riferendosi ad un procedimento penale già noto e per il quale effettivamente il governatore era sotto indagine.
Parliamo dell’inchiesta per la variante del 2010 al Puc di Salerno, tempo in cui De Luca era sindaco, che determinò un aumento di costi per circa otto milioni di un’opera pubblica. Coinvolte altre 25 persone, tra tecnici, ex assessori e funzionari: un classico.
Il punto è che la faccenda sembra essersi complicata perché su alcune testate locali, in serata è comparsa una nota del procuratore capo Corrado Lembo (nella foto): «Non confermo. Attualmente non c’è alcun riferimento documentale in merito a una nuova richiesta di rinvio a giudizio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Ad oggi non c’è una richiesta firmata».
Il numero 1 della procura di Salerno, magistrato d’esperienza e di nota dimestichezza coi media, presumibilmente contrariato dalla fuga di notizie, frena (e fredda) le certezze pur non smentendo: ha «non confermato», che è altra cosa dallo smentire. Non c’è nessun atto firmato che chieda il processo per l’ex sindaco di Salerno, dice il procuratore. Almeno non ancora?
(dal quotidiano “Libero” del 6 aprile 2016)
