MusicaSe il mood è «gipsy»: omaggio a Django Reinhardt

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Un’atmosfera travolgente, allegra ed evocativa per il nuovo appuntamento di Vinile_Live all’insegna del gipsy jazz, tra chitarre manouche, violini e strumenti a corda. Una fusione tra antica tradizione musicale zingara e jazz americano, in cui il suono metallico delle chitarre Manouche si sostituisce alla sezione ritmica.

 

On stage sul palco dell’open space di via Velia questo giovedì 3 marzo alle ore 21.30 (ingresso libero), “In a Gipsy Mood” in versione quartetto. Lo stile è quello tipico delle band tzigane, che trae la sua origine dall’irripetibile esperienza artistica del chitarrista Django Reinhardt, coniugando la creatività espressiva dello swing degli anni ’30 con il filone musicale del valse musette francese, il bolero, la rumba e il virtuosismo eclettico.

 
“Ormai sono più di due anni che porto avanti il progetto “In a Gipsy Mood”, suonando davvero tanto in giro per i club, teatri, festival e rassegne – racconta il frontman Massimo Barrella – Il primo concerto a Salerno, però, è stato proprio al Vinile, a cui sono molto legato sentimentalmente, per cui sono davvero felice di tornare a suonare proprio lì”.
 
“In a Gipsy Mood” nasce dall’incontro di tre musicisti di origine salernitana, provenienti da scuole diverse: Massimo Barrella, alla chitarra manouche, artista rigoroso, specializzato in jazz; Osvaldo Costabile, polistrumentista, alla chitarra manouche e violino, appassionato di musiche europee, per il quale “la strada è la sua scuola”; Marco Cuciniello, al contrabbasso, con alle spalle studi classici, con collaborazioni in numerose orchestre. Una formazione sempre in progress, che di volta in volta si arricchisce di nuove sonorità, aprendosi a collaborazioni sia strumentali che vocali che vanno ad arricchire il trio di base. Ad impreziosire il concerto al Vinile, infatti, contribuirà il clarinetto diGiuseppe Plaitano, special guest della serata. 
 
Oltre alle composizioni originali “Cafè noir” e “Un outre jour avec toi”, “In a Gipsy Mood” propone un tributo a Django Reinhardt, uno dei massimi esponenti del genere, chitarrista di origine belga appartenente ad una famiglia nomade che, alla fine dei suoi numerosi viaggi, si stabilì con la propria carovana a Parigi, dando origine al “genere zingaro”. Un sound cromatico sanguigno e riflessivo. Ispirandosi a Duke Ellington,con cui collaborò, Django negli anni ’30 ha ripreso tutto il repertorio del jazz americano e l’ha fatto proprio, riprendendo i suoni delle big band d’oltreoceano e rivisitandolo con un ensemble di chitarre. 

Barbara Landi

Redazione Eolopress

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