Più una questione per avvocati che per farmacisti. Così si può riassumere la situazione del concorso straordinario per l’apertura di nuove farmacie, voluto nel 2011 dal governo Monti e che avrebbe dovuto portare all’apertura di migliaia di nuove sedi nel giro di un anno. Il quadro è costellato di lungaggini, pastrocchi burocratici e ricorsi al Tar, tanto che, seppur con differenze regionali anche grosse, il fil rouge è un generale ritardo sugli obiettivi, fissati con l’idea di dare un’opportunità ai tanti farmacisti che da tempo aspettano di poter diventare titolari.
Se il Piemonte ha assegnato le prime sedi, una settantina, su un totale di 147 bandite, in Toscana la graduatoria definitiva per l’assegnazione di 131 sedi farmaceutiche è stata rettificata a ottobre 2015; dopo un passaggio al Tar contro il decreto regionale, il 20 luglio era terminato l’interpello ed era stato pubblicato l’elenco delle accettazioni. Stesso destino di graduatoria rettificata per il Lazio, che ha pubblicato la terza graduatoria sul Bollettino ufficiale regionale del 3 dicembre, e per la Lombardia, con decreto del 15 febbraio. In Campania l’iter si è invece sbloccato nei giorni scorsi, con la designazione da parte del governatore Vincenzo De Luca dei membri mancanti della commissione esaminatrice, dopo che quest’ultima era stata nominata nel maggio scorso dall’ex presidente della Regione Stefano Caldoro e poi revocata da De Luca stesso. Il 28 gennaio la Regione Sicilia ha deciso di annullare la delibera di giunta di appena due settimane prima che aveva escluso temporaneamente dall’interpello 57 sedi al centro di ricorsi. Una decisione che aveva fatto discutere per il rischio di ulteriori ricorsi da parte dei vincitori, privati della possibilità di una scelta più ampia. Le sedi per l’interpello sono quindi tornate a essere 222.
Per quel che riguarda l’Emilia Romagna, si è chiusa a inizio febbraio la fase di assegnazione delle sedi farmaceutiche, mentre la Puglia nello stesso periodo ha riavviato la procedura di assegnazione delle 188 sedi disponibili. Intanto, in Friuli Venezia Giulia si aspetta l’esito di alcuni ricorsi al Tar, e la pubblicazione della graduatoria definitiva, attesa da mesi, è diventata recentemente un caso politico in Sardegna ed è approdata in Consiglio regionale per chiedere alla giunta Pigliaru di darvi finalmente un’accelerata.
Caso politico anche in Abruzzo, dove il 18 dicembre è stata pubblicata la graduatoria provvisoria, ma in Consiglio regionale è arrivata la richiesta di annullarla per evitare possibili ricorsi dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato. Il supremo organo della magistratura amministrativa con una sentenza del 14 dicembre ha infatti dichiarato illegittimo, nel senso di superabile, il tetto di 35 punti per il “bonus” concesso ai farmacisti rurali nei concorsi. Una decisione che potrebbe aiutare i farmacisti dei piccoli centri a “scalare” le graduatorie, dando adito a possibili ulteriori ricorsi.
In questa situazione generale non stupisce che, per non lasciare nulla di intentato, si sia provata anche la carta della petizione online, lanciata sulla piattaforma change.org, che ha superato le mille firme per chiedere al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di spronare le Regioni a portare a conclusione i concorsi, intervenendo con un commissario per le amministrazioni regionali inadempienti.
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