BazArtAl museo Frac di Baronissi la personale di Giuseppe Rescigno

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“Natura e urbano”, è questo rapporto tra due mondi apparentemente lontani, ma in continua fusione, il filo conduttore della mostra “Giuseppe Rescigno. Archivi della natura” promossa dal comune di Baronissi, dalla Regione Campania e dal Fondo regionale d’Arte contemporanea. 

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La mostra, che propone un’ampia selezione di opere, realizzate dall’artista negli ultimi quattro anni e, in gran parte, dedicati al tema degli “archivi” come spazi immaginativi del rapporto con la natura e con l’urbano, sarà inaugurata venerdì 26 febbraio, alle ore1 8:00, nella sala delle conferenze del Museo-FRAC di Baronissi, in presenza del sindaco Gianfranco Valiante e del direttore del Museo FRAC Massimo Bignardi.

“La mostra dedicata a Giuseppe Rescigno – scrive il sindaco Gianfranco Valiante nella presentazione al catalogo pubblicato da Gutenberg Edizioni – riprende il dialogo con uno dei protagonisti della scena artistica italiana degli anni Settanta, come testimoniano le sue presenze a grandi manifestazioni quali la Biennale di Venezia, la Quadriennale d’arte di Roma e la Triennale di Milano, nonché a rassegne internazionali, prime fra tutte le edizioni di “Livres d’art et d’artistes” ospitate a Parigi e a Barcellona. Una mostra che, dopo il nostro Museo-Frac, sarà ospitata in altre sedi nazionali e internazionali, tra queste, dal 9 giugno, l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia”.

“Nel corso di questi ultimi cinque anni – scrive Massimo Bignardi – prendono avvio lavori nei quali l’attenzione di Rescigno torna a spostarsi, con marcato interesse, verso la natura, la sua immaginifica architettura, assunta quale costruzione di un processo che si rinnova ciclicamente. Nascono opere qualiHerbarius, De rerum natura, nelle quali l’artista mette in campo sia l’abilità di una manualità che gli consente di gestire più materie e tecniche, dalla terracotta al legno, alla pittura, sia la forte sollecitazione immaginativa che recupera dagli esercizi didattici di riappropriazione del territorio (del proprio habitat) dei primi anni Settanta.

Immaginazione ludica che attraverso il gioco diviene modalità di processi di rinnovata conoscenza; in sostanza riparte da quanto Balla e Depero affermano nella chiusa delManifesto della Ricostruzione futurista dell’universo, del 1915. Rescigno costruisce una stretta trama narrativa che è propria di una certa pittura oggettuale, per far sì che la composizione non scada in un bricolage, insomma evita che l’occhio sosti sul piacevole controllo delle pratiche, dei materiali, degli effetti, finanche sul dettato del colore. Il suo colore non mira a nominare una forma, il verde della foglia, il blu delle onde e così via, bensì richiama una cognizione di spazio, una particolare atmosfera, ossia un preciso rapporto d’identità con l’habitat. È un colore che riassume quanto prefigurato da Gustave Moreau all’artista moderno: “Il colore deve essere pensato, sognato, immaginato””.

La mostra resterà aperta fino a domenica 27 marzo.

Giuseppe Rescigno, nato a Castelluccio Superiore (PZ) nel 1941, docente di Scienze nella Scuola media, dal 2000 al 2006 ha insegnato “Metodologia e tecnica  del gioco e dell’animazione” presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno. Negli anni Settanta è tra i protagonisti dell’Arte nel sociale con partecipazione a rassegne ed  eventi internazionali (Quadriennale di Roma, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Premio Michetti, NRA Shakespeare International, Factotumbook).

Ha sperimentato nella scuola di base metodi e tecniche dello studio dell’ambiente con esperienze pubblicate in riviste del settore (Riforma della Scuola, Sapere, Le Scienze ecc.) e testi monografici stampati per i tipi della Nuova Italia,  Editori Riuniti, Laterza, Cappelli, Valore Scuola. Particolare interesse ha dedicato a temi storici con ricerche in campo economico e sociale. Attualmente collabora con le Università di Salerno e di Napoli al progetto Alle origini di Minerva trionfante con la pubblicazione di numerosi saggi nella collana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

 

 

Redazione Eolopress

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