SALERNO- «L’inerzia e l’inefficienza delle pubbliche amministrazioni in Campania si conferma una delle più gravi cause della situazione in cui versa l’economia regionale». Il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi, richiama l’attenzione sui dati che emergono dall’analisi dell’anagrafe delle opere incompiute segnalate al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). In Campania solo cinque Comuni hanno indicato al MIT opere per le quali ritengono necessari i lavori di completamento.
«Si tratta dell’ennesima dimostrazione – sottolinea Lombardi – di come la macchina pubblica non tenga in minimo conto la disastrosa condizione nella quale si trovano ad operare le imprese del settore delle costruzioni».
L’anagrafe delle opere incompiute è stata istituita dall’art. 44-bis del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 e del D.M. attuativo 13 marzo 2013, n. 42. Si tratta di una ricognizione delle opere pubbliche che non risultano completate per una o più delle seguenti cause:
· Mancanza di fondi;
· Cause tecniche;
· Sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge;
· Fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice;
· Mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante e del soggetto aggiudicatore.
Il Decreto Ministeriale attuativo chiarisce che per “opera non completata” si intende un’opera non fruibile dalla collettività che si trova in uno dei seguenti stati:
· i lavori sono stati avviati e risultano interrotti oltre il termine contrattuale previsto per l’ultimazione;
· i lavori sono stati avviati e risultano interrotti entro il termine contrattuale previsto per l’ultimazione ma mancano le condizioni necessarie al loro riavvio;
· i lavori sono stati conclusi ma non sono stati collaudati poiché l’opera non risponde a tutti i requisiti previsti nel capitolato e dal progetto esecutivo.
Entro il 31 marzo di ogni anno, le stazioni appaltanti e i soggetti aggiudicatori devono individuare le opere incompiute di rispettiva competenza che, entro il 30 giugno, verranno pubblicate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dalle Regioni e dalle Province autonome nella corrispondente sezione dell’anagrafe, secondo una graduatoria che tiene conto dello stato di avanzamento raggiunto nella realizzazione dell’opera e di un possibile utilizzo dell’opera stessa anche con destinazioni d’uso alternative a quella inizialmente prevista.
«È mai possibile – si chiede Lombardi – che su tutto il territorio della Campania si contino solo 10 opere per cui è stato ritenuto necessario l’inserimento nell’anagrafe ministeriale? Eppure per le opere dichiarate incompiute (che attualmente in Italia ammontano a 692) si ipotizza, in considerazione della carenza di fondi pubblici, un importante ruolo per le imprese private che potranno utilizzare quei beni anche con una destinazione d’uso diversa da quella iniziale, in modo da non consumare nuove porzioni di territorio».
ANCE Salerno evidenzia che sono allo studio misure incentivanti per le imprese edili: bonus fiscali per aziende ed Enti locali che intendono completare le opere ed istituzione di un fondo annuale dedicato a questo tipo di interventi.
Allo stato attuale le opere incompiute segnalate all’anagrafe istituita presso il MIT (https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx) sono 692 per un valore di 2,9 miliardi di euro. Per il completamento di questi interventi si reputano necessari circa 1,3 miliardi di euro.
LE OPERE SEGNALATE IN CAMPANIA
In provincia di Napoli solo il Comune di Arzano ha inserito 2 progetti nell’anagrafe per un importo complessivo di 2 milioni e 419 mila euro e con oneri di ultimazione dei lavori pari a 400.000 euro. Anche in provincia di Caserta solo un Comune (Calvi Risorta) ha ritenuto di attivarsi, indicando 2 progetti per un importo complessivo di circa 1 milione e 104 mila euro con oneri per l’ultimazione di circa 520.000 euro. In provincia di Avellino solo il Comune di Montoro risulta operativo rispetto all’anagrafe: 3 progetti per un valore complessivo di circa 7 milioni e 470 mila euro con un finanziamento residuo da reperire di 5 milioni e 520 mila euro.
Sono, invece, 2 i Comuni della provincia di Salerno (Ottati e Teggiano) che hanno utilizzato l’anagrafe per 3 progetti che hanno un valore di oltre 3 milioni con finanziamenti residui da reperire pari ad 1 milione e 700 mila euro. Tra questi progetti rientra quello per la sistemazione e l’ammodernamento dell’aviopista Vallo di Diano che ha una percentuale di avanzamento del 25,45%.
Tirando le somme in Campania risultano iscritte all’anagrafe progetti per oltre 14 milioni di euro, per il cui completamento necessitano oltre 8 milioni di euro.
«È del tutto evidente – conclude Lombardi – che i Comuni e le altre istituzioni pubbliche continuano a perseverare in atteggiamenti penalizzanti per le aziende del comparto edile anche perché di fronte alla possibilità di attivare partenariati pubblico-privato in grado di mettere in movimento nuovi investimenti, non riescono a collaborare con il Ministero delle Infrastrutture per una necessaria ed indispensabile mappatura delle opere incompiute».
(cs)