Ci sarebbe anche un mutuo di 500mila euro all’origine del caos di Intertrade. La cui inaspettata «emersione» avrebbe scatenato una specie di corto circuito nel sistema, oltre a un po’ di panico tra il personale a vario titolo protagonista. L’azienda speciale della Camera di Commercio di Salerno -cui i nostri cinque lettori ormai si saranno affezionati/disaffezionati a furia di leggerne- avrebbe acquistato il danaro nel dicembre scorso. Acquistato da chi? Dal Monte dei Paschi Siena, noto istituto di credito.
Se la banca toscana ha sganciato i soldi vuol dire che era certa del fatto suo: avrà spulciato i bilanci, misurato il rischio, assunto informazioni aggiornate, insomma avrà seguito alla lettera la procedura.
Ora, al di là della disputa su natura e personalità giuridica di una società in housesul piano della capacità o meno di contrarre obbligazioni di quel tipo, di certo il Montepaschi (filiale di Salerno, con le autorizzazioni «d’area» varie, si presume) si sarà tutelato. Il punto, ora, è proprio questo: che tipo di garanzie si sarà fatta dare la banca da Intertrade se, come è noto, la condizione dell’azienda non incoraggia a scommetterci su troppo? La storia si ammanta di ulteriore piccolo mistero se si considera che di questo mutuo non c’era traccia nel bilancio 2014, ecco perché sull’approvazione del documento contabile fondamentale c’è tanta maretta: avrebbe dovuto esserci, è logico oltre che obbligatorio per legge, se l’operazione è stata fatta a dicembre 2014. Invece, all’origine del trambusto interno, tra Cciaa e azienda speciale, ci sarebbe proprio questo fatto che, insieme al resto, fonti accreditate indicano come la concausa scatenante delle dimissioni dei due membri del Cda di Intertrade, Cantarella e Casola.
Il carnet delle curiosità, ancora, si arricchisce se si osservi che contrarre mutui debba avere una ragione tecnica specifica alla base, oltre che una delibera politicaad hoc e pubblica nelle forme della legge: se questa delibera esista e quale possa essere, allo stato, la causale del mutuo con Mps, è difficile immaginarlo. Voci incontrollate legherebbero il corposo prestito ad un tentativo in extremis di riempire qualche buco di cassa o pagare fornitori prima di estenuanti e rischiose vertenze giudiziarie.
Insomma, si capisce che le cose stiano mettendosi maluccio. Ne discenderebbe, da tutto ciò, che Intertrade non abbia ancora approvato il bilancio (a differenza di quanto da Cronache ipotizzato nei giorni scorsi, seppur in astratto) e che la Camera di Commercio, logorata (anche) da questa storia, a sua volta non riesca a far quadrare il proprio di bilancio. Il classico cane che si morde la coda. Con le conseguenze prevedibili.
Le cifre circolate nelle ultime ore indicherebbero in circa 800mila euro il debito di Intertrade: come abbiamo in qualche modo “dimostrato” nel corso del tempo, la voragine oscilla invece tra i 4 e i 6 milioni di euro. Per ora sembra che abbiano iniziato a riconoscere che i milioni che mancano all’appello (e dove sono?) siano all’incirca due. Poco importa a questo punto, la questione è di sostanza: e cioè che l’azienda nata per internazionalizzare le imprese salernitane, inondata di soldi pubblici e tutto il resto, è un guaio. E pure serio.
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO: «ALLARGO LA GIUNTA»
Via Allende, sede operativa della Camera di Commercio: è mecoledì 3 giugno, e il presidente salernitano della massima istituzione economica territoriale, Guido Arzano (foto), che circa 10 mesi fa si premurava di rassicurare un gruppetto di amici con molto tempo libero che l’ente da egli presieduto «non aveva in cantiere alcuna iniziativa economica con lo stato di Israele» come se fosse un vanto e non il contrario («nessun incoming» fece sapere con slang post-yuppie nel simpatico turbinio di dread-locks e piercing dell’antisemita alle vongole Igp ) ha dinanzi a sé i vertici delle associazioni di categoria.
Artigiani, commercianti, industriali, terziario, agricoltori e via via rappresentando il mondo dell’economia salernitana. Sbuffano, molti hanno fiutato l’aria e stanno per mollare il presidente con cui in parte, larga o stretta che sia, hanno gestito una montagna di danaro: pubblico, ricordiamolo. Arzano -spiace parlare di una persona ma è pur sempre lui il presidente- ha trovato una Cciaa non molto diversa da quella che lascerà. Una vecchia storia, con la differenza che oggi i nodi veri, Intertrade e aeroporto, dai quali sgorgano soldi a cascata da anni, sono venuti al pettine. Arzano ammette dinanzi alle varie sigle imprenditoriali di aver commesso alcuni errori tecnici su Intertrade ma che comunque intende porvi rimedio. ‘Errori tecnici’ sembra un gradevole eufemismo, pur riconoscendo che il guaio dell’azienda speciale origina da lontano, quando Arzano ancora militava nella sola Confcommercio. Rimediarvi come? Questo non si è capito: l’unica cosa che s’è capita dopo l’incontro è che il presidente ci abbia provato a ribaltare la situazione, blandendo, offrendo, rilanciando. E’ nel suo diritto, rientra nelle sue prerogative, nessuno scandalo: «Voglio allargare la giunta» avrebbe proposto agli astanti che, apparentemente increduli gli hanno già risposto picche. «Tu hai fatto il guaio e tu te la piangi» (anche noi usiamo il nostroslang), è il senso della replica. Che abbia fatto solo lui questo guaio è altamente opinabile: si consideri che in sala c’era chi questa magagna di Intertrade la conosce a menadito, oltre ad avervi in qualche modo goduto durante il banchetto di questi anni. Arzano batte in ritirata, sente il fiato sul collo. Vedremo nei prossimi giorni(pierre)
ENTRA IN SCENA LA MAGISTRATURA CONTABILE: ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI (E UNA DETERMINA DELLA PROVINCIA LIQUIDATA DOPO 6 ANNI)
La situazione comincia a prendere una piega particolare. Lo scandalo dell’azienda speciale della Camera di Commercio di Salerno finisce sul tavolo della Corte dei conti. E’ stato depositato ieri presso la sede napoletana della procura della magistratura contabile di via Acton. L’oggetto del ricorso è abbastanza eloquente e si basa proprio sulla nostra inchiesta giornalistica più qualche intervento di altre testate. Si ipotizzano reati abbastanza gravi: omissione di controllo sul danaro pubblico, truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione e danno erariale. Se, com’è lecito attendersi, la procura presso la Corte aprirà il relativo fascicolo, a quel punto il rischio di degenerazione della vicenda come conseguenza di approfondimenti “giudiziari” si fa alto: circostanza che, tra l’altro, par di capire sia già in fase di elaborazione della locale procura di Salerno. Ma il dato non è suffragato (almeno non ancora) da documenti che consentano di superare lo stato delle voci. Come pure è strana la determina della Provincia di Salerno dell’1 giugno scorso con cui sono stati liquidati 10mila a Intertrade per un impegno di spesa del 2009. Dopo 6 anni? E che succede? Tra l’altro accompagnata da un’autocertificazione di regolarità contributiva. Autocertificazione? (pierre)
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Le Cronache” del 5 giugno 2015)