Due organizzazioni che si contendono il potere criminale nel centro antico di NAPOLI, dai vicoli di Forcella a quelli della Duchesca e della Maddalena, alla zona dei Tribunali. Un ospedale, finito già negli anni Ottanta sotto il controllo della camorra, utilizzato come base operativa da una delle cosche, che lì ha organizzato summit e ha nascosto armi e droga. Le indagini sulle attività dei clan Ferraiuolo-Stolder e il gruppo Del Prete, collegato ai Mazzarella, hanno portato oggi a oltre cinquanta arresti nel corso di una operazione che ha visto impegnati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale e agenti della squadra mobile della questura.
Cinquantaquattro le ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Direzione distrettuale antimafia: eseguite 49 in carcere e quattro ai domiciliari. All’appello manca un uomo, ma solo perché i killer della camorra sono arrivati prima della legge: Gianmarco Lambiase, 21 anni, pregiudicato, è stato ucciso domenica sera in un circolo ricreativo di Ponticelli. Era ritenuto affiliato al gruppo Del Prete. Il giovane forse negli ultimi tempi aveva avvertito il pericolo e si era trasferito alla periferia orientale.
Il conflitto tra i due clan, in un territorio dove prima dettava legge la storica famiglia dei Giuliano – di cui entrambe le fazioni sono state di volta in volta alleate e nemiche – è scaturito dalla gestione di numerose attività illecite. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi comuni e da guerra. Di recente – sottolineano gli inquirenti – la guerra si era apparentemente conclusa con un accordo: i Ferraiuolo avevano ottenuto il controllo del territorio impegnandosi in cambio a provvedere al pagamento dello ”stipendio” mensile ai detenuti affiliati ai Mazzarella. Un momento di svolta è il periodo compreso tra la scarcerazione del boss Maurizio Ferraiuolo (che si è pentito e ha consentito agli inquirenti di raccogliere elementi decisivi sui responsabili di vari episodi criminali) avvenuta nel luglio 2010 e il suo nuovo arresto, il 12 giugno 2012. A momenti di pace si sono alternati scontri cruenti (ferimento di Giuseppe Bauchnet, tentato omicidio di Salvatore Del Prete e omicidio di Giovanni Saggese). Dalle indagini è emerso che l’ospedale Ascalesi, nel centro di NAPOLI, veniva utilizzato quindi dalla camorra per organizzare summit, anche con esponenti di altre cosche, nonché per custodire armi e droga, per evitare controlli da parte delle forze dell’ordine e sfuggire ad agguati da parte dei clan avversari.
Ad utilizzare l’ospedale – che negli anni scorsi era stato sotto il controllo dei Giuliano – come base operativa era il clan Ferraiuolo-Stolder. Tra gli arrestati figurano anche due vigilantes in servizio nell’ospedale, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli inquirenti hanno ricostruito l’omicidio di Giovanni Saggese, cognato del boss Maurizio Ferraiuolo, e il tentato omicidio di Salvatore Del Prete, avvenuti il 21 maggio del 2012. In quella circostanza i sicari entrarono in azione approfittando della confusione generata dai festeggiamenti per la vittoria del NAPOLI in Coppa Italia. Quando alcuni affiliati portarono Saggese in ospedale, furono avvertiti dai vigilantes della presenza sul posto di esponenti del gruppo Del Prete-Mazzarella armati. I vigilantes convinsero i soccorritori di Saggese a portare il ferito in un ospedale più sicuro.