Basterà scaricare un’applicazione sul proprio smartphone e poi leggere il codice riportato sulle confezioni per sapere a quali controlli sono stati sottoposti i prodotti agricoli della Campania. E non chi non potrà far ricorso alle tecnologia basterà vedere il codice di certificazione ‘‘Qr Code Campania” per avere la certezza che i prodotti sono stati analizzati e controllati.
Insomma, la Campania non è solo la ‘Terra dei Fuochi’ (i terreni contaminati sono solo una piccolissima percentuale) ma ci sono produzioni eccellenti del comparto agroalimentare che possono trovare una giusta collocazione sul mercato.
Dopo una prima fase sperimentale alla quale hanno aderito spontaneamente 1200 produttori locali ora la Regione Campania ha messo in atto un bando per selezionare le imprese che saranno ammesso ai contributi. Alle imprese agricole e della trasformazione agroalimentare che ne faranno richiesta saranno assegnati voucher dal valore di 2500 euro per sostenere i costi della certificazione.
Il bando, che è stato pubblicato sul Burc dell’11 marzo scorso, prevedere un primo stanziamento di 2 milioni e mezzo anche se la disponibilità totale della misura B1 è pari a 17 milioni e 800mila euro. Il progetto, avviato in partnership con l’istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, che ha sede a Portici mentre capofila è Sviluppo Campania spa (società in house della Regione Campania), è stato presentato oggi alla stampa dal presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro; dall’assessore regionale all’Agricoltura, Daniela Nugnes, dal commissario dell’istituto zooprofilattico, Antonio Limone e da Edoardo Imperiale di Sviluppo Campania.