CASERTA- Bar e punti di ristoro abusivi all’interno di tre ospedali dell’Asl di Caserta, gestiti da privati privi di alcun titolo per esercitare l’attività. E’ quanto emerso da un’indagine della Dda di Napoli culminata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 persone, per il reato di estorsione aggravato dal metodo mafioso e al fine di agevolare il clan camorristico dei Belforte di Marcianise.
Alcuni locali sono stati sequestrati in relazione ai reati di invasione arbitraria di edifici pubblici. Le indagini si sono concentrate sui presidi ospedalieri di Marcianise (foto) Maddaloni e Piedimonte Matese, dove è risultato che il Cral ha affidato alcuni locali a terzi privati, che tuttora li occupano e dove gestiscono l’attività di bar arbitrariamente, privi di titolo e in assenza di alcun contratto con l’Asl.
“Questa situazione di totale illegittimità – scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – risulta perdurare da svariati anni a causa della totale assenza di qualsiasi controllo da parte dei competenti vertici delle aziende ospedaliere sulla esistenza di un regolare contratto di locazione tra Asl e Cral, sulla effettiva gestione dei locali da parte del Cral, sul regolare versamento dei canoni mensili di locazione in favore dell’Asl, infine sulle spese relative al consumo di luce e acqua che risultato a tutt’oggi a carico dei presidi ospedalieri dell’Asl di Caserta”.
La disponibilità dei locali pubblici destinati a bar-ristoro nell’ospedale di Marcianise ha favorito inoltre l’ingerenza di soggetti contigui al clan camorristico dei Belforte che, come emerso dalle indagini, hanno costretto il gestore del bar a versare da anni una tangente mensile, arrivando persino a proporre al gestore l’acquisto del locale pubblico ospedaliero per la somma di 100mila euro.