La più grande tragedia italiana per vittime dovute al dissesto idrogeologico dopo il Vajont: costò la vita a 318 persone, fece 250 feriti e in più di 5.000 rimasero senza casa. Eppure, è una “alluvione dimenticata”, quella che il 25 ottobre del 1954 colpì duramente la Costiera Amalfitana e Salerno (nella foto dal web la strada che collega Salerno a Vietri sul Mare completamente distrutta).
A 60 anni da quel tragico evento, il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania Francesco Peduto, sottolinea come “ancora oggi forse questa tragedia viene considerata di serie C ed invece cambiò la vita di molti paesi”.
Il 25 ottobre del 1954 l’alluvione colpì Vietri sul Mare, Cava dei Tirreni, Salerno, Maiori, Minori, Tramonti. Le devastazioni furono immense con frane, voragini, ponti crollati, strade e ferrovie distrutte in più punti. La zona più colpita fu quella della costiera amalfitana, fino alla città di Salerno. Una frana spazzò via il villaggio di Molina.
A Maiori c’è oggi una lapide che ricorda le 37 vittime del posto. E a 60 anni di distanza, denuncia Peduto, ancora oggi ”in tante aree permangono elementi di rischio, tant’è che sulle mappe dell’autorità di bacino competente, sono riportate come zone rosse a rischio R4 molto elevato”.