ARCHIVIONapoli, il mondo rovesciato: rione Traiano off limits per i carabinieri

Napoli rione Traiano corteo per Davide Bifolco

Il rione Traiano è off limits da un po’ di giorni e lo sarà ancora per chissà quanto. L’altro ieri lo era il funerale di Davide Bifolco, il 17enne ucciso da un giovane carabiniere, com’è noto.

 

Oggi al San Paolo -se le indiscrezioni pubblicate dal Corriere del Mezzogiorno venissero confermate- fiamme ardenti su divise e berretti se ne vedranno solo di color giallo, sempre che accanto al reparto Mobile della Polizia ci siano i finanzieri perché di carabinieri in uniforme non ce ne saranno: potrebbero essere motivo di tensione, potrebbero aizzare qualche squilibrato, potrebbero scatenare un putiferio, specie in un habitat “complesso” come quello del tifo calcistico. Ci saranno invece i reparti specializzati di Polizia con cui solitamente si affrontano queste giornate di cosiddetto sport. Carabinieri no, qualcuno ha deciso che non debbano esporsi, farsi notare: esattamente come al rione Traiano o in qualunque altro posto in cui c’è chi consideri normale rovesciare il mondo in un certo modo. E’ la particolarità italiana.

Il questore e il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, organi istituzionali cui ogni decisione è demandata in questi casi, hanno preferito muoversi così all’indomani della sceneggiata napoletana reiterata dalle ore successive alla tragedia e continuata sino a ieri. Oggi si vedrà il resto.

Ma non tutti la leggono allo stesso modo tra gli addetti ai lavori, specie tra poliziotti e rispettive organizzazioni sindacali. Con i carabinieri è stato impossibile parlare, la consegna è del massimo silenzio in assenza di specifica autorizzazione. Comprensibilmente. 

Ma dalle parti dei primi responsabili dell’ordine pubblico italiano (la Polizia) fermentano opinioni infuocate, anche contrapposte. 
«Ma vogliamo scherzare? Come si fa a pensare di mandare i carabinieri senza divisa nel rione o allo stadio senza avallare l’idea che lo stato stia arretrando?» -dice a Libero Gianni Tonelli, segretario generale del Sap«Questo è un lento calarsi le braghe, avviato anni fa e facilitato da un circuito mediatico, culturale, intellettuale, politico ed istituzionale di un certo tipo: ricorda la storia del commissario Calabresi? Ma le potrei fare mille esempi di questo partito “anti-Polizia” a prescindere». Tonelli alza il tiro: «Se un’alta istituzione, come il presidente della Camera, si premura di telefonare alla famiglia di Davide snobbando l’Arma o il carabiniere stesso, mi pare chiaro il messaggio: questo per noi è inammissibile, è l’origine dei nostri guai sotto diversi profili, non solo per la tragedia del rione Traiano». Parole forti, che aumentano di temperatura man mano che continua il colloquio con Libero: «Andare allo stadio senza divisa o non entrare nel quartiere è un errore storico. I carabinieri non dovrebbero fare da pretesto? Ma a chi salta in mente una roba così? Lo stato deve essere visibile e non arretrare. Mai».

Il leader campano del Siup, Gregorio Bonsignore, è uno di quelli che la vedono diversamente da altri colleghi, senza rinunciare ad una stoccatina polemica inter-sindacale: «Ci vuole esperienza prima di parlare, molti parlano dopo aver trascorso anni dietro una scrivania. Credo che la decisione di non far indossare la divisa sia stata saggia: l’ordine pubblico segue liturgie e protocolli completamente diversi. Il colonnello Minicucci, per me, è stato intelligente e professionale». 

Tra poliziotti e addetti ai lavori, poi, è un fiume di rabbia. Lo testimoniano i diversi forum sul web, oscillanti tra i fatti di Napoli e quelli di Roma, fatti che si tengono insieme con ogni evidenza. «Accoltellano noi e sono squilibrati. Parte un colpo accidentale ad uno di noi e siamo assassini» dice tal Giopale in una discussione aperta su www.poliziotti.it. Dove c’è pure chi individua un problema nel problema dicendo che «Io avrei chiamato subito il magistrato sul posto. Poi ci andava lui a disarmare il matto. Oramai siamo allo stremo ci facciamo uccidere piuttosto che intervenire come una normale polizia». Ecco, il clima è questo: e molto altro. Ad esempio: un altro morto ammazzato a Napoli e non c’è un testimone.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 14 settembre 2014)

Redazione Eolopress

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