CASERTA- Richieste di denaro “per le famiglie dei carcerati” in occasione delle festività, ma anche durante l’anno, ai danni di imprenditori edili, titolari di aziende bufaline ed esercizi commerciali. Otto persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, nell’ambito di un’indagine coordinata dai magistrati della Dda partenopea, ed eseguita dai Carabinieri del Nucleo operativo di Casal di Principe e della stazione di San Cipriano d’Aversa, nel Casertano.
Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di estorsioni e illecita concorrenza, reati aggravati dal metodo mafioso. Tra i destinatari del provvedimento, quattro sono già in carcere e uno è già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa, mentre tre indagati sono liberi. Le indagini, avviate nel gennaio 2013, hanno permesso di ricostruire numerosi episodi estorsivi commessi dal 2008 al 2010 per conto del clan dei Casalesi fazione Zagaria, ai danni di imprenditori e commercianti della provincia di Caserta.
Le richieste di pizzo venivano spesso rateizzate nel corso dell’anno con importi che variavano dai 3mila ai 5mila euro. Oltre alle richieste di denaro, evidenzia il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, “in una circostanza è stata imposta al titolare di un bar l’installazione di macchinette ‘slot machine’, mentre in un altro episodio il titolare di un deposito edilizio è stato costretto a consegnare materiale per un valore di circa 8mila euro, senza ricevere alcun corrispettivo”.
Le misure cautelari rientrano in una più ampia attività investigativa per la quale sono stati eseguiti analoghi provvedimenti il 28 gennaio 2014, il 28 marzo e il 3 maggio 2013, in cui venivano contestati altri episodi estorsivi al medesimo sodalizio criminale, arrestando complessivamente 16 affiliati. Tra i destinatari del provvedimento dello scorso 28 gennaio, anche Michele Zagaria, all’epoca capo dell’omonima fazione e ritenuto il mandante dell’attività delittuosa, e tutti i soggetti a lui legati di maggiore spessore criminale. “Nel corso dell’attività di indagine – sottolinea Borrelli – si è registrata la collaborazione di diversi imprenditori e commercianti che hanno acquistato fiducia nelle istituzioni, iniziando a denunciare gli episodi di cui erano stati vittime”.