Spiace tornare spesso sull’argomento ma il caso del centro “Ises” (nella foto tratta dal web) di Eboli (Salerno) diventa, ad ogni minuto che passa, il simbolo delle distorsioni italiane: tutti –comune, provincia, regione, distretto sanitario, asl, pompieri, carabinieri, polizia, finanza, vigili urbani, procura della repubblica, corte dei conti, Inps, ispettorato del lavoro, sindacati, forze politiche, deputati, senatori, consiglieri provinciali, regionali e comunali, mezzi di informazione, preti, diaconi, vescovi e via all’infinito- sanno che è fuori legge eppure non succede nulla. Almeno in apparenza.
Cronache del Salernitano è stata informata di una presa di posizione recente del sindaco di Eboli fatta per il tramite di una radio locale, che, per la verità, gli farebbe anche onore: «Mi sono caricato il peso di questa storia rischiando in prima persona, mi pressano per la chiusura ma io resisterò perché non ci possiamo permettere di mandar a casa altre 100 persone». Bello. Ad avercene di sindaci così, detto senza ironia. Poi, però, scendendo dalla luna, le cose si complicano. Perché dal ragionamento del sindaco Pd (che, per completezza, è stato amministratore del centro per anni, ne ha curato gli affari legali, suoi stretti parenti vi lavorano o sono soci, analogamente a vice sindaco, presidente del consiglio comunale e consiglieri comunali vari…ma saranno coincidenze come per i lavoratori imparentati con dirigenti e funzionari Asl) se ne deduce che farà la stessa cosa per ogni illegalità emergente o emersa: sembra di capire che Eboli possa definirsi luogo extra-ordinamentale, non ci sarà più bisogno di fare costose ed estenuanti pratiche per il condono edilizio, chiunque potrà aprire attività d’ogni natura senza che le zecche della burocrazia succhino altro sangue, capannoni industriali, artigianali, centri medici, semplici negozi e imprese agricole non dovranno più rispettare le norme. Un paradiso insomma. Ci penserà Melchionda a caricarsi questo fardello, sarà un Salvo D’Acquisto neo-romantico non potendo scomodare noi, stavolta, il figlio di Dio per ovvie inopportunità. Non vorrà mica che vadano per strada non centinaia -come egli dice dell’Ises- ma migliaia di persone sol perché esistono le leggi?
A proposito: stamattina va in onda un’altra puntata della sceneggiata con i sindacati che, pare, riusciranno ad incontrare istituzioni, politica e maestranze. Si tratta forse degli stessi sindacati che hanno avuto così a cuore questa situazione tanto da esser riusciti a tutelare i lavoratori che, appunto, a breve si ritroveranno senza lavoro? Chissà, magari saranno i sindacati del pianeta Saturno, unici della galassia a ignorare che ogni anno, da tempo, 4 milioni di euro (8 miliardi di lire si capisce meglio?) vengono succhiati al di fuori della legge imposta a chiunque altro. Va detto che come l’Ises ci sono tanti altri centri “sgarrupati” in Campania, anche in questa provincia e alcuni pure vicini geograficamente: ma la concentrazione di illeciti e le connivenze fin qui emerse lascerebbero perplessi anche i più scafati.
Sempre stamattina, pare arrivi l’ennesima commissione per l’ennesima verifica dei requisiti, che solo a scriverlo vien da ridere. C’è già stata venerdì e, ancora una volta, ha concesso proroghe all’Ises per sistemare ciò non è possibile sistemare. Illudono i lavoratori, aggravano le condizioni dei disabili che, se e quando qualcuno si deciderà a “liberarli” non sarà mai troppo tardi.
Ora, sembra che in questa commissione vi sia lo stesso medico Asl che già mise nero su bianco la frase che dice tutto: «All’Ises manca la certificazione di agibilità, presupposto senza il quale non è possibile non dico esercitare un’attività sanitaria ma qualsiasi genere di attività». Chiaro? Lì non puoi farci neppure un circolo dell’amicizia per giocare a carte. Ora, dal momento che a questi dirigenti Asl paghiamo stipendi mai inferiori ai 100mila euro, vien da chiedersi se a costui difetti la memoria di sé -nel qual caso visite specialistiche interne andrebbero caldeggiate- oppure se stamattina troverà quell’ostacolo sormontato. Si accettano scommesse.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Cronache del Salernitano” del 27 giugno 2014)