ARCHIVIOSpazzini, più bar che ramazza: presi 22 furbetti del cartellino

admin04/06/2014
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Assenteiista spazzino Roccapiemonte

Il punto è che da quando non puoi più chiamarli spazzini -manco fosse una parolaccia- in ossequio alla dittatura linguisticamente corretta che li vorrebbe tutti “operatori ecologici”, i guai sembrano essersi raddoppiati. Per loro e per le collettività eventualmente servite. Ma servite come? Certo non come quelle ricomprese nel Consorzio Bacino Salerno 1, decimato ieri mattina dal blitz di forze dell’ordine e magistratura che hanno scoperto oltre 20 operai intenti a rubare lo stipendio. L’assenteismo, in fondo, questo è. Sempre che tutto venga dimostrato, s’intende. 

Per ora abbiamo 22 misure cautelari emesse dalla procura di Nocera Inferiore che ha messo fine ad un andazzo che durava da chissà quanto. Le indagini dei carabinieri di Castel San Giorgio (Salerno) hanno coperto un periodo di circa un anno e mezzo ed hanno consentito di porre fine ad un autentico scempio: specie in una regione come la Campania che in tema di rifiuti e di disoccupazione -come dire?- non ha nulla da invidiare a nessuno. 

Il cliché è quello classico, timbravano il cartellino marcatempo ma non erano al lavoro (nella foto un’immagine tratta dalle telecamere nascoste piazzate dai carabinieri). Ventidue gli addetti della sede di Roccapiemonte (Salerno) ritenuti dall’autorità giudiziaria responsabili di truffa aggravata. Nove sono finiti ai domiciliari mentre altri 13 hanno l’obbligo di presentazione alla polizia. I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Salerno, Napoli e Padova.
Perfino una sorta di “controllore” risulta coinvolto nel giochetto dei tesserini marcatempo, un soggetto individuato come colui che avrebbe dovuto vigilare proprio su queste situazioni: non pochi commentavano, ieri, considerando la storia come uno schiaffo in faccia a chi il lavoro non ce l’ha. E che difficilmente troverà essendo finita l’epoca delle vacche grasse del Rinascimento bassoliniano, all’origine di infornate nel settore da guinness dei primati.
In un altro caso gli inquirenti hanno scoperto che nel periodo natalizio 2013/2014 uno dei dipendenti ha timbrato al posto di ben 14 colleghi. Che erano al bar, a casa, con la fidanzata o chissà dove e a far cosa. Insomma, una truffa che se verrà dimostrata (par di capire che in base al materiale sin qui raccolto non ci siano troppi dubbi) renderà almeno un po’ di giustizia.
Il guaio ora è capire che fine faranno questi furbetti del cartellino: in Italia, si sa, spesso non basta neppure questo per perdere il posto di lavoro perché, ove mai si arrivasse in giudizio, sarà facile trovare un giudice del lavoro che ordinerà il reintegro nel posto. E pensare che proprio ieri, a pochi chilometri di distanza, un operaio del Consorzio Unico Napoli-Caserta, è stato tratto in arresto con l’accusa di tentato duplice omicidio: il poveraccio non prendeva lo stipendio da 14 mesi, s’è presentato in sede con una latta di benzina che ha riversato su di sé e su altri due colleghi. Di qui le manette, stridenti con quanto avveniva a pochi passi da lì.

Tutto questo mentre l’Ue prepara un’altra “sfogliatella” (ulteriore sinonimo napoletano di batosta) contro l’Italia, a quanto pare incapace di risolvere questo problema, come le carceri ed altro. Non deriva dalla Campania la procedura aperta dall’avvocato generale della Corte europa di Giustizia ma dall’intero paese a causa del persistente numero di discariche ancora in funzione (circa 220): esiste invece una causa separata che riguarda la gestione dei rifiuti in regione la cui prima sentenza risale al marzo 2010 ed è stata rilanciata dalla Commissione, in assenza di miglioramenti della situazione, lo scorso dicembre.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 4 giugno 2014)

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