ARCHIVIOPsicodramma Pd: Picierno capolista e in Campania è resa dei conti

admin25/04/2014
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Pd spaccato simbolo

C’è Renzi, certo, e il mondo sembra tutto un volteggiar di rondini a primavera. Ma, si direbbe, non sempre è oro ciò che luccica, specie nel partito di cui è diventato segretario. Nella seconda regione d’Italia, ad esempio, dire Pd è dire caos, intrigo, guerra tra bande.

 

Del resto, nella Campania figlia di un bassolinismo rimosso con sospetta velocità dal dibattito, non è una novità sin dai tempi del Pci: al punto che il segretario-premier sembra abbia anticipato l’invio a Napoli di uno dei suoi vice (Lorenzo Guerini), per cercare di mettere ordine in quella che si annuncia come una lunga notte di lunghissimi coltelli nell’imminenza del 25 maggio. E’ già qualcosa che Matteo non abbia mandato la Serracchiani, altro «uomo forte» del Pd, altrimenti uno dei punti dolenti di tutta la vicenda si sarebbe gemmato, creando scompiglio ulteriore in tutte e cinque le province: in parole povere, Picierno e la governatrice friulana in un sol botto, avrebbero dato la stura ad una riedizione delle quattro giornale di Napoli in vernice democratica. Di qui l’invio di Guerini, uno che almeno -dicono- dà l’idea di sapere di cosa parla.

Il vicesegretario dovrà sbrogliare una matassa complicata, partendo dal primo dei guai in agenda: il corpaccione del partito e la maggior parte dei relativi capibastone (cominciando dal vero uomo forte del Pd nel Mezzogiorno, quel De Luca amatissimo nella sua Salerno e stimato dal popolo di centrodestra) non ne vogliono sapere della deputata eternamente nominata in qualche posto sin dagli anni dell’intimità con il Ciriaco d’Italia, e se da un lato promettono e garantiscono appoggi e cordate elettorali, dall’altro si muovono in direzione contraria. Nessuno lo ammette, tutti lo sanno. Ora che è stata cooptata ancora una volta, piazzata al n.1 della lista nella circoscrizione sud, lei che di consenso tra la gente è generalmente parca e che spesso si abbandona alla risata tanto da attirarsi epiteti a volte esagerati ed ingiusti, la situazione del Pd s’è fatta più complicata del solito.

Non bastasse la «canea di genere» innescata dal posizionamento nelle liste, l’uomo di Renzi a Napoli dovrà fare i conti anche con altre due rogne serie: la mancata elezione della direzione regionale del partito e l’alleanza addirittura con Forza Italia nelle amministrative di Pompei e Torre Del Greco. Assunta Tartaglione, deputata eletta segretaria in Campania con le solite primarie, secondo quanto scrive il Mattino sarebbe a Dubai in vacanza e al rientro visionerà la pratica, sempre che trovi le cose come le ha lasciate e sempre che si venga a capo dell’accoppiamento blasfemo con i forzisti: dettaglio che, pare, contempli il rischio che almeno 200mila cittadini non vedano il simbolo del partito sulle liste. Ma sistemerà tutto Matteo. Con un tweet.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 25 aprile 2014)

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