ARCHIVIODe Magistris (ri)affossa la Città della Scienza

admin06/03/2014
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Rogo Citta della scienza

Faceva il pm e voleva sradicare corruzione e malaffare dalla faccia della Terra: ma di corrotti e malandrini in galera se ne videro pochi, al netto di quelli che manco dovevano finirci. Oggi fa il sindaco e non s’accontenta di ricostruire Città della Scienza distrutta da un incendio un anno e due giorni fa (foto): vuole bonificare l’area di Bagnoli, appestata più da chiacchiere ventennali e dai soldi ingoiati da amministratori vari che non dalle oggettive «schifezze» lasciate in eredità dall’Italsider.

 

Due cose che, secondo lui, vanno fatte  contemporaneamente, tutto nero su bianco e che, invece, contemporaneamente non si possono fare: e se non possono essere fatte nulla si faccia, di firme non se ne mettono e poi vediamo. Il personaggio è così, Napoli ha un sindaco che hai voglia a catalogarlo nelle rubriche ordinarie della politica: se obliteri il passato da pm e, soprattutto, la dinamica con cui è apparso sulla scena pubblica, non capirai mai ciò che sta accadendo a Napoli.

L’ultima è data dal tavolo che ha fatto saltare martedì, quando i protagonisti dell’accordo di programma erano riuniti in città. C’era il ministro della Ricerca Scientifica, Stefania Giannini, il vice-governatore Guido Trombetti, la fondazione Idis, c’era il vice-sindaco Sodano, apparso in limine mortis dell’iniziativa, mentre dal palco continuavano ad esibirsi artisti e cantanti e i posti a sedere in prima fila ancora vuoti. Studenti, bambini, cittadini e associazioni, tutti mobilitati da tempo, allegri e spensierati all’idea che il polo scientifico potesse risorgere. Doveva esserci anche lui, il sindaco tendenza arancione, raccontano che fosse a poche centinaia di metri quando ha deciso di invertire la marcia e non presentarsi.

Era furioso De Magistris, ce l’aveva con la Regione che avrebbe cambiato le carte in tavole all’ultimo minuto. Domani si dovrebbe replicare, pare che le cose si siano nel frattempo appianate ma è difficile averne certezza. Di certo c’è che la situazione ha rischiato di precipitare. «Non arretro»- diceva ieri De Magistris- «la Regione sembra quasi non abbia partecipato per un anno alle riunioni, alle intese, agli obblighi reciproci assunti. Non può dire che la bonifica di Bagnoli non fosse già parte integrante dell’accordo istituzionale». A supporto di questa tesi il suo ufficio stampa ha diffuso la corrispondenza tra i due enti da cui si capisce una cosa sola: che quando hai a che fare con gli enti pubblici non c’è nulla di certo e definito. Come con la giustizia, devi solo pregare che ti vada bene.

Il governatore Caldoro, uomo di esperienza ed equilibrio, conosce il soggetto col quale peraltro sembra anche andar d’accordo ha diffuso un videocomunicato che rassicura tutti: «Città della Scienza sarà ricostruita, è una certezza. Regione, Governo e Ue hanno raggiunto in tempi record l’intesa necessaria. Bagnoli sarà bonificata ma con un accordo separato. Il Comune non si isoli». Parole sobrie ed efficaci. 

Sono poco meno di 50 i milioni disponibili per la ricostruzione, tra intervento pubblico e solidarietà privata: perfino da Bergamo c’è stata mobilitazione tra singoli, imprese, enti ed associazioni. Ma un po’ da tutt’Italia ci si è mossi per far sì che quei 7 ettari di terreno, peraltro già bonificato, potesse tornare a nuova vita dopo lo scempio del 4 marzo 2013: che non ha, va aggiunto, ancora un colpevole. De Magistris vorrebbe bonificare Bagnoli, area sconfinata ma sottoposta a sequestro dalla procura. Il che significa una cosa sola: che resterà così ancora per chissà quanti anni. Di quale bonifica allora parlava?

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 6 marzo 2014)

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