Per un giornalista è manna dal cielo: più una cosa appare complicata e più stimola all’approfondimento. Specie se le cose non tornano. In linea generale funziona così o, almeno, dovrebbe. Bene: è notizie di poche ore fa che la famosa «clinica del Pd» (nomignolo artigianalmente attribuito a causa degli intrecci familiari tra la struttura e il Partito Democratico locale e provinciale) cioè il centro medico ebolitano “Ises”, abbia ottenuto il via libera definitivo da parte dell’Asl di Salerno. Il celebre accreditamento.
La delibera è del 31 gennaio, e già il notevole ritardo sulla tabella di marcia fissata dalla stessa Regione Campania per completare l’elenco di tutte le strutture, è indice di qualcosa che non quadrava. Evidentemente l’hanno fatta quadrare: il che spalanca un’autostrada per chi intende andare a fondo su certi delicati meccanismi autorizzativi dei nostri uffici/poteri pubblici. A partire proprio dal management Asl e dal suo direttore generale Antonio Squillante (foto), il quale, interrogato nuovamente, stavolta non ha fornito risposta, almeno non ancora.
Chi ha seguito tutta l’inchiesta di Omissis sa bene di cosa parliamo, diversamente può farsene un’idea procedendo a ritroso nel tempo e scaricare le varie puntate. In breve: l’Ises è un centro che si occupa del recupero dei disabili, è in una palazzina per civili abitazioni alle pendici del centro storico di Eboli (Sa), tant’è che all’interno vi abitano anche famiglie così dette normali (il che è vietato dalla legge); la struttura è fatiscente, ci sono i cancelli alle finestre (vietate), la normativa antincendio presenta vistose lacune (non si capisce cosa i Vigili del Fuoco abbiano attestato nel corso degli anni); soprattutto, all’Ises manca la certificazione di agibilità strutturale, una «carta» fondamentale senza la quale ogni discorso successivo è uguale a zero (vale a dire che se il palazzo crolla o per qualsiasi ragione presenti problemi di tenuta, può accadere di tutto veramente); è stato lo stesso comune di Eboli a sollevare il problema nel corso degli ultimi anni ripetendolo – per bocca del sindaco Martino Melchionda (che, tra l’altro, oltre a fingere di preoccuparsi del destino di lavoratori e, forse, dei disabili, è anche sotto processo penale per abuso proprio in relazione all’Ises)- in varie sede, tra Asl, prefettura, uffici del lavoro etc; infine, il Ministero dello Sviluppo economico, competente sulle cooperative, ha chiesto a settembre il commissariamento dell’Ises a causa di gravi deficit interni, si attende ancora la pronuncia del ministero, siamo pur sempre in Italia. Poi, ci sarebbero mille altre cose relative alla gestione dei pazienti, alle condizioni generali della sicurezza ed altro, tutto condensato in un corposo dossier giacente sul tavolo della procura della repubblica di Salerno da almeno tre anni e che sembra stia soltanto a prender polvere: eppure di cariche elettive importanti, adesso, non ce ne sono da conquistare. Ma vedremo anche questa cosa più in là.
Ora, la notizia dell’accreditamento ha dell’incredibile perché in nessun altro posto d’Italia una cosa del genere sarebbe possibile: evidentemente la creatività dei manager dell’Asl di Salerno supera tutto e tutti. Al punto che potremmo apoditticamente sostenere che nel territorio di competenza dell’azienda sanitaria – guidata da un uomo di centrodestra in quota Fratelli d’Italia– si rimettono quattro milioni di euro circa (sono i rimborsi della Regione, cioè danaro pubblico) a chi non ha le carte in regola; che è possibile su quel territorio far conto che non accadrà nulla in caso di carenza documentale tanto che i vertici dell’Asl si trincerano dietro al burocratese delle «responsabilità che si assume chi firma» nella convinzione che non accada nulla (del resto, con questo impianto giudiziario corrente il sospetto verrebbe a chiunque); che chiunque, alle condizioni date, può rivendicare qualunque cosa perché se è consentito ad una palazzina decadente e senza i requisiti di legge di poter svolgere il ruolo di «clinica per disabili» incassando pure bei milioni all’anno, allora ogni cosa è possibile e tutti gli altri operatori che hanno investito o che abbiano dovuto mettersi in regola o che siano stati sanzionati (si veda il caso, esilarante a questo punto, della sanzione finita a denunce reciproche tra Squillante e alcuni medici del centro per disabili “Pro Juventus”) siano diversi e, dunque, per loro valgono altre leggi.
Idem per tutte le altre strutture economiche, produttive, sanitarie e via dicendo a cui potrebbe perfino dirsi qualcosa del genere: non temete, non perdete più tempo e soldi con consulenti tecnici, contabili, amministrativi, etc, ora si può fare a meno di ogni cosa: se vale per uno varrà per gli altri, no? L’Asl di Salerno a breve scipperà lo scettro alla mitica Napoli 1 dell’altrettanto mitico ex dg Angelo Montemarano: ricordate? Là succedeva di tutto e di più, almeno questa fama aveva: non conoscevano ancora cosa sia possibile fare in quella di Salerno, dove dinanzi ad una faccenda anche molto rischiosa, si sposa il rischio e si manda alle ortiche ogni cosa. Che sarà mai, il coraggio che tutto d’un tratto i nostri burocrati hanno scoperto? Ovviamente no, e vien da ridere solo a pensarlo: basterebbe, del resto, un minimo sforzo per capire cosa abbia consentito cosa e a chi di camminare disinvoltamente in tutto questo tempo drenando quantità impressionanti di soldi pubblici.
A meno che le carte e i documenti e tutto il resto siano stati messi a posto: la qual cosa sarebbe un bene per tutti ma, a quanto pare, non è così. E per una ragione molto semplice: perché non c’è possibilità di sanare alcunché. Non più: le occasioni per mettere tutto in regola ci sono state, forse c’erano altre cose più importanti da fare. E lo sanno tutti che l’Ises, purtroppo, l’unica cosa che può avere adesso è una immediata chiusura: lo sanno tutti, dicevamo, a partire dai livelli istituzionali locali per finire a quelli extra locali, dalla magistratura (tanto amata dal Pd) all’amministrazione comunale, provinciale e regionale oltre alla deputazione parlamentare presente, dall’Asl (che a breve dovrà pure spiegare come mai in tutti questi anni ha sganciato tanti soldi in assenza del rispetto delle regole che pretendeva fossero applicate agli altri) dai mezzi di informazione (campa cavallo…) alle forze dell’ordine. Ne vedremo delle belle.
Peppe Rinaldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA