ARCHIVIOIl «panzer» dei consensi di Matteo sotto inchiesta per il mega-hotel

admin21/11/2013
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2012/11/De_Luca_Enzo.jpeg

De Luca Enzo

Direzione antimafia con gli occhi sul congresso e procura ordinaria impegnata in altre faccende più «politiche». Sembra che il neonato “Pd più renziano d’Italia” sia già cinto d’assedio dalla magistratura. E non è detto che la storia si concluda con queste sole due questioni aperte. Quella che ha colpito ieri Vincenzo De Luca (foto) che non solo è sindaco di Salerno ma pure viceministro alle Infrastrutture, è però tutta da raccontare. Cominciamo dall’inizio.

 

Denuncia oggi e denuncia domani, alla fine qualcosa accadrà: infatti, iniziano a consegnare un primo risultato i tanti esposti presentati in procura da comitati di quartiere (tra cui il celeberrimo “Figli delle chiancarelle”) e associazioni ambientaliste contro Piazza della Libertà, il famoso «Crescent» progettato dall’archistar spagnola Ricardo Bofil. I carabinieri ieri hanno notificato 30 avvisi di garanzia per politici, tecnici ed imprenditori che dal 2008 in avanti hanno avuto a che fare, a vario titolo, con il sontuoso progetto di trasformare un’area di costa un tempo degradata nella più grande piazza a mare d’Europa. Dove, tra l’altro, il primo cittadino dice di voler riposare dal giorno della sua morte in avanti. Sotto forma di cenere.

Indagati, oltre a De Luca, i membri della giunta di oggi, quelli dell’amministrazione precedente, funzionari e dirigenti dei vari uffici, le imprese impegnate nei lavori e il rappresentante della Soprintendenza. L’ipotesi è abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, un must per ogni indagine sulla pubblica amministrazione che si rispetti.

Cantiere bloccato, l’intera piazza sequestrata, duecento operai a casa e una serie di rogne che non si sa se, come e quando finirà. Secondo i magistrati, gli indagati avrebbero in buona sostanza alterato le regole di alcuni iter procedimentali in materia urbanistica, in particolare non avrebbero tenuto conto della necessaria autorizzazione paesaggistica per opere di quella portata: in contesti normali provvedimenti di questo tipo si prendono prima che un cantiere inizi i lavori, non a pochi metri dal traguardo. Ma tant’è, il discorso cambia di poco se si considerano gli effetti sul quadro politico. Infatti il punto ora è il riflesso nazionale che una faccenda simile rischia di trascinarsi dietro. Abbiamo già detto che Salerno è stata di fatto la città che ha dato la spinta decisiva per il successo congressuale del rottamatore che caricò a bordo Bassolino (tra molti altri). Matteo Renzi negli ultimi tempi si è segnalato per una certa tensione giustizialista, una delle ragioni per le quali è all’improvviso calato nel cuore e nella mente dell’elettorato libertario, garantista e di centrodestra.

L’ha manifestata con Silvio Berlusconi, commentando la sentenza di agosto della Cassazione sul caso Mediaset, affidandosi ad un banalissimo «le sentenze si applicano» quasi fosse uno Zanda qualsiasi e quasi non si trattasse di un fatto che involge la stessa democrazia. Lo ha fatto, poi, nelle ultime ore con il guazzabuglio del Guardasigilli Cancellieri, di cui Renzi ha chiesto a suo modo le dimissioni per via della storia della carcerazione della figlia di Ligresti «risparmiata» con una telefonata. E adesso come la metterà con De Luca? Chiederà anche all’uomo che più di altri l’ha coperto di consensi, cioè a De Luca di lasciare il governo del quale fa parte nonostante l’avversione dello stesso Letta e del ministro Lupi nei suoi confronti (vedasi il misterioso affaire delle deleghe mai assegnate)? Chi può dirlo, certo è che la storia potrebbe farsi imbarazzante per il nuovo segretario del Partito Democratico. Nuovo salvo imprevisti, s’intende.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 21 novembre 2013)

admin

Leave a Reply