In genere sono troppi, eccessivamente pesanti per le spalle di bambini dai 5 ai 10 anni, per non dire di un certa diffusa ridondanza ai limiti dell’inutilità: ma questa è la storia dei rapporti tra case editrici e complesso dei provveditorati allo studio e corpo docente.
Si tratta, però, dei libri di testo su cui si formano i nostri figli, o almeno dovrebbero. Invece capita che a Napoli, ad esempio, circa 60mila bambini, praticamente tutti, siano ancora alle prese con burocrazia e gestione politica della cosa pubblica: né l’una né l’altra, allo stato, possono infatti garantire che il meccanismo che regola la fornitura dei libri di testo alle famiglie funzioni come dovrebbe. La scuola è iniziata da un paio di mesi e delle famose cedole che il Comune manda ai librai per il rimborso delle anticipazioni effettuate (quasi sempre, ormai, dalle stesse famiglie) ancora non c’è traccia. Certo, se si considera che nell’intero Paese, a macchia di leopardo, mancano ancora numerosi insegnanti nonostante la campanella abbia preso a suonare il 14 settembre, la cosa fa meno meraviglia.
Ma cos’è che sta bloccando l’apparato scolastico napoletano, facendo accumulare in capo all’assessorato alla Pubblica istruzione ritardi così sconvenienti? Semplice: l’impasto, tragico, tra burocrazia e politica. Cioè: da una parte, per ragioni tecniche valide ovunque il bilancio comunale risulta aggravato dall’incertezza Imu; dall’altra il turn over dei dirigenti di settore, i veri uomini di potere nei municipi e negli enti pubblici italiani, sta facendo il resto. Nel caso specifico ancora non sembra che i nuovi soggetti siano entrati a regime. Lo spostamento dei dirigenti all’interno di un comune, si sa, dipende unicamente dalla volontà politica dell’amministrazione che, legittimamente, decide ed affida i compiti alle persone che più risponderebbero ai requisiti individuati. Tutto normale: però almeno i libri ai ragazzini napoletani potrebbero garantirli in tempi decenti.
L’assessore al ramo, Annamaria Palmieri (una dei pochi sopravvissuti alle mattanze di De Magistris), assicura che agli inizi di novembre tutto dovrebbe rientrare. Fatti i dovuti calcoli, tra nomine, registrazioni, carte, moduli e relative trasmissioni agli uffici incaricati, si dovrebbe arrivare almeno alla fine dello stesso mese: con lo spettro delle festività natalizie sullo sfondo. Ma è già qualcosa rispetto al 2011, quando Napoli batté tutti i record: le cedole, infatti, arrivarono in libreria a giugno.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 31 ottobre 2013)