E’ completamente dimenticata, nel cimitero comunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), la tomba di Michael Seifert, l’ex caporale delle SS soprannominato “il boia di Bolzano”, morto nel carcere militare della cittadina del casertano il 6 novembre 2010 a 86 anni. L’ubicazione della tomba di Seifert, senza fiori e priva di particolari segni di riconoscimento, e’ poco nota e non ha mai suscitato l’attenzione ne’ di simpatizzanti neo-nazisti ne’ di avversari.
Seifert, soprannominato “Misha”, discendente di una famiglia di immigrati tedeschi in Ucraina, tra il 1944 e il 1945 fu responsabile della vigilanza nel campo di trasferimento di Bolzano e di Fossoli, nei pressi di Carpi (Modena). Accusato di aver ucciso, insieme all’altra SS Otto Sein, rimasta irreperibile, 15 civili, si era trasferito nel 1951 a Vancouver, in Canada, dove aveva ottenuto la cittadinanza canadese e viveva con la moglie Christine, dalla quale aveva avuto un figlio. Nel 1999 fu individuato e nel 2000 il Tribunale militare di Verona lo condanno’ all’ergastolo riconoscendolo colpevole di 11 dei 15 omicidi contestatigli. Per assisterlo al processo una chiesa protestante di Vancouver raccolse tra i fedeli duemila dollari.
Nel febbraio 2008 Seifert fu estradato in Italia e rinchiuso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Ammalato di cuore, diabetico, affetto da fobie e turbe psichiche, Seifert era assistito “a titolo umanitario”, come Eric Priebke, dall’avvocato romano Paolo Giachini, che chiese per lui la sospensione della pena, negata, o almeno gli arresti domiciliari. Ma quest’ultima misura si rivelo’ impraticabile, per l’impossibilita’ di trovare un luogo dove l’ormai 86 enne ex SS potesse essere custodito ed assistito. Ad ottobre 2010 in seguito a una caduta in cella Seifert riporto’ la frattura del femore e fu ricoverato all’ospedale di Caserta. Aveva subito anche un’operazione all’intestino. Dai due interventi non si riprese e mori’ in ospedale il 6 novembre 2010. La sua salma non fu reclamata da nessuno. Neanche dalla moglie Christine, allora 81enne, e dal figlio John, 54 anni, che fa il meccanico a Vancouver.
L’amministrazione militare dispose la sua sepoltura nel cimitero di Santa Maria Capua Vetere, che avvenne senza polemiche. Sulla ex SS e’ poi calato l’oblio e la sua tomba e’ rimasta dimenticata, senza cura e fiori, nel cimitero della citta’ campana.
Ansa