ARCHIVIOCaso Mediaset: il giorno dopo aver letto la sentenza Esposito ne parlava ad un matrimonio

admin20/08/2013
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Esposito Antonio giudice

Va a troppe cene, parla troppo o tutti fraintendono le sue parole? Sono le domande che girano nell’aria del finale di carriera di un giudice cassazionista, di nome Antonio Esposito (foto) colui che che dinanzi alle telecamere di mezzo mondo ha avuto l’onore di pronunciare il fatale verdetto di condanna definitiva di Berlusconi. Interrogativi che da ieri si sono moltiplicati dopo aver letto l’esplosiva notizia pubblicata dal quotidiano “Cronache del salernitano”

 

Titolo a tutta pagina: «Il giudice chiacchierone», catenaccio a due righe: «Il magistrato il giorno dopo già commentava la sentenza Mediaset durante un matrimonio (…)». L’articolo è stato confezionato personalmente dal direttore Tommaso D’Angelo, all’indomani di un colloquio con un avvocato salernitano, Leonardo Calabrese, imprenditore della sanità ed ex editore televisivo, amico del magistrato più celebre del momento. Boom. Apriti cielo, siamo punto e a capo.

La notizia deflagra già durante la notte con le prime rassegne stampa dei tg nazionali che, giustamente, sottolineano lo scoop. Rogne in arrivo, dunque, per l’ex pretore di Sapri divenuto con gli anni, come prevede la legge sull’automatismo degli scatti di carriera, giudice cassazionista. Ma cosa ha raccontato al direttore di Cronache l’amico di Esposito? Che la sera successiva alla sentenza, cioè il 2 agosto, erano stati insieme ad un matrimonio ad Agropoli, nel Cilento. Non sappiamo se pure in quell’occasione indossasse scarpe ginniche, come ha raccontato Stefano Lorenzetto sul Giornale relativamente ad una vicenda analoga: sappiamo, però, dalle parole dell’avvocato Calabrese che Esposito avrebbe commentato la sentenza su comprensibile sollecitazione dei commensali.

Dice Calabrese: «Nel corso della cerimonia, insieme ad alcuni amici, abbiamo chiesto al giudice come mai non avevano tenuto in considerazione la richiesta del Pg di diminuire la interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi da 5 a 3 anni. Direi una curiosità legittima da parte nostra». Il giornalista osserva: «Ovviamente il giudice Esposito non si è espresso, cioè non ha risposto alla vostra domanda». E qui scatta l’inghippo, dal sen fuggito all’amico di Esposito: «No, ci ha risposto. Ci ha detto che i giudici della Cassazione non hanno i poteri per modificare la sentenza di Appello contro Berlusconi ma che dovevano limitarsi a fornire un giudizio di legittimità e quindi non di merito».

Al di là del principio generale, resta la sensazione che l’autorevole commensale abbia travalicato i proprio obbligati confini per il sol fatto di attardarsi in una conversazione conviviale: che potrebbe aver riservato chissà quali altre affermazioni. Non a caso l’avvocato chiude bruscamente la conversazione con il giornalista appena l’aria inizia a farsi pesante: «Buona notte direttore», sarà l’ultima, repentina frase dell’avvocato dinanzi alle domande.

Si vedrà anche qui come andrà a finire con le determinazioni che il Csm intenderà adottare: la registrazione della telefonata integrale tra il Mattino ed Esposito, infatti, ancora non è stata acquisita, sono tutti in ferie. Ne esistono cinque copie, opportunamente distribuite in posti tranquilli, l’originale è nella cassaforte del giornale per disposizione cautelativa del direttore Barbano prima di partire per le vacanze in Grecia. Inizia la leggenda.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 14 agosto 2013)

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