ARCHIVIOUna donna su dieci con tumore al seno perde il lavoro

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mammografia

Se oggi il cancro puo’ essere sconfitto in un numero sempre maggiore di casi, ed aumenta la sopravvivenza, resta pero’ lo stigma sociale. Innanzitutto sul posto di lavoro. Una realta’ che emerge da un dato preciso: in Italia, una donna su dieci colpita da tumore al seno finisce col perdere il proprio impiego. La denuncia – alla vigilia della VIII Giornata nazionale del malato oncologico, che si celebra il 16 maggio – arriva da un’indagine Censis illustrata oggi dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), in occasione della presentazione del V Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici.

 

Per le donne con un tumore al seno, dunque, tante sono le difficolta’ lavorative: a seguito all’insorgenza della patologia, rileva l’indagine, e’ stato infatti licenziato il 3,4% delle pazienti intervistate, mentre ad aver dovuto dare le dimissioni o cessare l’attivita’ e’ stato il 6,2%; oltre il 42% e’ stato costretto a fare assenze associate alla patologia ed alla cura, il 16% ha dovuto mettere da parte propositi di carriera e quasi il 12% ha dovuto chiedere il part-time o altre modalita’ di lavoro flessibile.

Ma le difficolta’, piu’ in generale, riguardano vari ambiti, come rileva il Rapporto Favo. Primo punto critico e’ il fatto che in Italia troppi centri oncologici non raggiungono il numero minimo di pazienti per garantire la qualita’ delle cure, ed e’ ancora carente il numero di hospice. La ricetta individuata per migliorare le condizioni dei malati e al contempo risparmiare risorse, rileva il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Stefano Cascinu, passa dunque per una maggiore assistenza territoriale, che pero’ non e’ garantita ovunque: a fronte di 598 posti letto in hospice in Lombardia e 241 in Emilia Romagna, ad esempio, se ne registrano solo 20 in Campania e 7 in Calabria. Cosi’, il ”30% dei pazienti con cancro muore in strutture ospedaliere destinate al contrasto di patologie acute, generando gravi sofferenze – afferma il presidente Favo Francesco De Lorenzo – mentre e’ allo stesso tempo chiara l’inappropriatezza di questi ricoveri”.

Ed ancora: se 8 centri oncologici su 10 garantiscono la terapia del dolore, solo la meta’ delle strutture e’ dotato di servizi per la riabilitazione. Drammatica poi, secondo il Rapporto, la situazione dell’assistenza domiciliare, con marcate differenze regionali, e la distribuzione dei centri di Radioterapia oncologica: dei 184 totali, 83 si trovano al Nord, 51 al Centro e 50 al Sud. Questioni sulle quali De Lorenzo ha annunciato un incontro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, mentre il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi sottolinea la necessita’ di velocizzare l‘iter di approvazione dei farmaci.

La questione delle differenze sul territorio preoccupa anche il ministro che, in un messaggio, ha affermato come nel settore dell’oncologia ”bisogna intervenire per valorizzare le eccellenze che vi sono e correggere le lacune strutturali alla base della differenza nell’accesso alle cure”. Un riferimento, infine, al ”ruolo importante svolto dalle associazioni di volontariato, quale supporto al Servizio Sanitario Nazionale – ha rilevato Lorenzin – nella diffusione delle informazioni, nell’educazione dei pazienti e nella gestione della patologia”.

Redazione Eolopress

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