ARCHIVIOWoodcock riprova a processare Berlusconi

admin10/05/2013
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2013/05/woodcock_h_partb.jpg

woodcock h partb

E’ un po’ come nel «Ruby gate»: la vittima dice di non esser tale, il concusso sostiene di non esserlo stato ma il processo è già alle battute finali. Nella richiesta di rinvio a giudizio avanzata ieri dai sostituti procuratori della repubblica, Henry John Woodcock (foto) Vincenzo Piscitelli, Fabrizio Vanorio e Alessandro Milita, per Silvio Berlusconi in relazione alla così detta compravendita di parlamentari, pure c’è chi si assume la responsabilità di una condotta attribuita all’ex premier.

 

Sandro Bondi, ex coordinatore nazionale di Forza Italia, dice infatti che tutto discese da accordi politici stretti al tempo della fase terminale del governo Prodi: Sergio De Gregorio, corpulento ex senatore dell’Idv migrato poi nel centrodestra, trattò con lui ed altri responsabili di vertice del partito del tempo il passaggio al Popolo della Libertà. Berlusconi, in pratica, non c’entrerebbe nulla. La vicenda fu di carattere assolutamente politico, la sfera penale esula dal ragionamento.

Un impianto rovesciato, però, rispetto alla strada scelta dai magistrati napoletani: Berlusconi convinse De Gregorio a “tradire” Romano Prodi in cambio di un bel pacco di banconote, tre milioni di euro, dei quali uno già intercettato perché regolarmente registrato nella “contabilità” di Italiani nel Mondo (il movimento di De Gregorio), gli altri due ancora da individuare con tecnica precisione. In pratica non si sa nulla. Come tutto questo possa mai conciliarsi con l’assenza di vincolo di mandato di qualsiasi parlamentare della repubblica, ancora non s’è capito: se e quando ci sarà, lo chiarirà l’evoluzione del processo chiesto proprio ieri dai pm. La palla ora passa al giudice per le indagini preliminari appena il fascicolo sarà assegnato.

L’accusa è di quelle gravi, pesanti: corruzione, nel senso che le istituzioni democratiche sarebbero state messe a repentaglio, con ciò mutandone il destino, attraverso un pactum sceleris degradato a misera fruizione di danaro in cambio di un voto politico. Fattispecie complessa, difficilissima: i giudici terzi chiamati ad approfondire avranno di che studiare. Ma la procura è sempre apparsa decisa e, soltanto poche settimane, aveva addirittura chiesto il giudizio immediato per il cavaliere: scelta che presuppone, quanto alla regola giuridica sottesa, la certezza della prova raggiunta. Una richiesta bocciata però nel volgere di pochi giorni dal magistrato (il gip Marina Cimma) chiamato dai sostituti procuratori. Per il giudice non c’era questa evidente certezza della prova del delitto commesso da Berlusconi, tutto deve tornare dell’alveo ordinario dell’iter giudiziario. Ora c’è la “novità” del rinvio a giudizio: un processo all’interno del quale Silvio Berlusconi –sempre che la domanda sia accolta- dovrà dimostrare la propria estraneità, insieme allo stesso Sergio De Gregorio e a Valter Lavitola, ex direttore dell’Avanti, da diversi mesi chiuso in una cella del carcere di Napoli per il suo coinvolgimento in altre indagini.

“La richiesta del processo a Berlusconi è letteralmente incredibile. E’ incredibile dal punto di vista giuridico, e lo è ancor più dal punto di vista politico. Chiunque abbia buona memoria ricorda bene le ragioni che portarono alla caduta del Governo Prodi”, è stato il commento di Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze. “Il resto – prosegue – è il consueto attacco contro Berlusconi. Dubito che dieci milioni di elettori possano accettare a lungo che si prosegua in questo tentativo di criminalizzazione di un leader politico”.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 10 maggio 2013)

admin

Leave a Reply