ARCHIVIOStefano Di Battista e Paco Sery al “Moro in jazz”

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CAVA DE’ TIRRENI (SA)- Si annuncia come uno strepitoso concerto quello in programma venerdì 26 aprile nelle sale del RistoPub Il Moro di Cava de’ Tirreni (Sa), che dove dopo la tappa di Milano, accoglie Stefano Di Battista Groove Edition, con la partecipazione straordinaria di Paco Sery, il talentuoso batterista africano definito il genio e talento assoluto della ritmica e non solo.

 


Stefano Di Battista (foto) tra gli artisti di punta della scena italiana jazz, è richiestissimo in tutto il mondo, ha collaborato con i più grandi musicisti del panorama jazz internazionale, tra i tanti Michel Petrucciani, Elvin Jones, Michael Brecker.

Per l’appuntamento di MoroInJazz, la rassegna musicale jazz che si avvale della direzione artistica di Gaetano Lambiase, Stefano Di Battista sarà accompagnato da un ensemble musicale d’eccezione: Julian Mazzariello al pianoforte, Daniele Sorrentino al basso, Jerry Popolo al sax, il magistrale sassofonista romano incontra Paco Serydefinito dalla critica uno dei più grandi batteristi al mondo. Campione della musica fusion il batterista africano ha collaborato con Wayne Shorter, Dee Dee Bridgewater, Charlelie Couture, Manu Dibango, Jacques Higelin, Claude Nougaro, Dianne Reeves Mike Stern, Orchestre National de Barbès, ma Joe Zawinul (ex Weather Report) è la sua collaborazione più duratura e decisiva.


 
Un viaggio tra la musica jazz e funky per un concerto unico che vedrà, venerdì 26 aprile a partire dalle ore 22.30, sul palcoscenico del locale del Borgo Scacciaventi,  Stefano Di Battista e Julian Mazzariello, due musicisti legati indissolubilmente ai rispettivi strumenti, un duo di altissimo livello interpretativo, con un forte terreno d’intesa dove il lirismo, l’esplosività e lo spirito d’avventura del sassofonista e si incontrano con il talento del pianista italo-inglese.
Considerato fra i maggiori sassofonisti italiani, Stefano Di Battista nasce a Roma da una famiglia di musicisti ed inizia a studiare il sassofono all’età di 13 anni in una banda di un piccolo quartiere. Durante questo periodo fa due incontri decisivi, che lo indirizzano verso la sua vocazione: il jazz. Innamorandosi del suono “acidulo” di Art Pepper, incontra l’uomo che diventerà il suo mentore, il leggendario sassofonista Massimo Urbani. La sua strada è segnata. Si iscrive al Conservatorio e consegue il diploma con il massimo dei voti. Comincia così ad esibirsi con diversi gruppi e nel 1992 entra in contatto con Jean-Pierre Como, che lo invita a suonare a Parigi. Da quel momento in poi, Stefano fa la spola tra Roma e Parigi e viene assunto nell’ONJ, l’Orchestra Nazionale del Jazz. La sua carriera è ad una svolta. Pilastro dei vari gruppi di Aldo Romano, membro del sestetto di Michel Petrucciani, inizia a pensare alla realizzazione di un progetto con il suo nome. Nel 1997 esce il primo album, dal titolo “Volare”. L’anno dopo arriva il primo ingaggio per la storica Blue Note, con la quale inciderà il disco “A prima vista”. Nel luglio 2000 è protagonista della registrazione di un album magistrale, con lo storico batterista di John Coltrane, Elvin Jones, Jacky Terrasson al piano e Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Oggi la sua attività è molto diversificata : passa con successo dal proprio quartetto al ruolo di accompagnatore della moglie Nicky Nicolai (con la quale partecipa a più di un Festival di Sanremo), a solista ospitato dall’orchestra di Ryan Truesdell ad arrangiatore e bandleader, che rievoca le celebri partiture di Gil Evans.

 
 
 
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Redazione Eolopress

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