SALERNO- Eliana Petrizzi ritorna alla galleria Il Catalogo, di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, dopo due anni di assenza, per inaugurare la primavera d’arte salernitana, con una personale dal titolo “I viaggi dentro”. Diciotto le opere, che saranno ospiti dello spazio espositivo, da sabato 2 marzo, quando alle ore 19, la mostra vivrà il suo vernissage, sino a fine mese, racchiudenti quel raffinato esprit, che caratterizza il segno dell’artista, che sorride come un riflesso, illuminante la superficie dell’opera, tale da allontanarne ogni sospetto di fatica, di rovello.
Un elogio della leggerezza e della semplicità che non dovrà mai essere equivocato: i profili nitidi e lievi della pittura di Eliana Petrizzi nascono da quell’esigenza esistenziale alla quale Nietzsche aveva dato nella quarta delle sue “Considerazioni inattuali” una formulazione indimenticabile: “Ma proprio in ciò sta la grandezza e indispensabilità dell’arte, che essa suscita l’apparenza di un mondo più semplice, di una soluzione più breve degli enigmi della vita. Quanto più la conoscenza delle leggi della vita si fa difficile, tanto più ardentemente desideriamo l’apparenza di quella semplificazione, anche se solo per un attimo”. L’intuizione pittorica di Eliana agglomera e sgomitola la sostanza dalla velata fumosità, alla quale si assimilano le esperienze esistenziali nel trascorrere delle quotidiane vicende, rende testimonianza dell’emozione per l’imponderabile che vapora tra la corporea sensibilità e le brume subliminali.
E’ proprio dove l’evidenza realistica si coniuga all’acuta introspezione psicologica che riconosciamo nell’artista il suo segno libero dalle inclementi datazioni: istanze, dubbi, interrogativi, indugi stanchi dell’assillo esasperante della ragione, il ritrovarsi fragili e umani allo specchio del sentimento, rivelano finestre da sempre aperte sul corpo e l’ombra dell’esistenza. Memoria e allucinazione immaginativa, in cui si cancella e si ricompone, sul piano del fantastico, la realtà; e questo, storicamente, è anche l’esito generale dell’arte dell’immagine visiva dopo l’impressionismo, ancora essenzialmente arte della visione oggettiva e dell’imitazione naturalistica: arte di mimesi effettiva della natura, nella visione e nella rappresentazione. L’atto del dipingere è tecnica, ma distinta, è materialità, ma modo dell’ agire in rapporto diretto con la rappresentazione mentale, che è immagine-rielaborazione della percezione del reale: il risultato dovrà essere visibile nella struttura, nella sintassi dell’opera, significante l’immagine, che costituisce il correlato significato, da intendersi, cioè, come svelamento del significato, per avere il quale occorre interrogare poi la relativa materia pittorica: la sua sintassi. Ma quel che noi cerchiamo è di più: è la proprietà specifica del mondo dell’immagine in Eliana; allora, dipingere è sognare e ricordare con le mani, cioè tramite una tecnica e, con questa, entrare nella buia tana dell’indicibile. Non il reale immediato, ma l’ anima della realtà, attraverso la sua narrazione: questo è e vuole essere oggetto della mimesi, nella Petrizzi: se in ogni grande figurativo l’immagine si configura con una caratteristica sua propria, per Eliana si può dire che lo spazio semantico specifico dell’immaginazione è formato sulla narrazione di ciò che sta dietro quella realtà che si offre, in prima istanza, come scuola del vero. Se è vero che una sola è l’immagine che il pittore dipinge per tutta la sua vita, questa immagine è appunto sempre il racconto-sequenza dell’altra faccia del reale, della dimensione nascosta della sua vita. Anima mundi, dunque, nel senso platonico o, almeno qui, rinascimentale soprattutto, della magia nelle cose, attraverso cui esse parlano e mostrano tensioni. Ma come può cogliere un linguaggio pittorico questa sconosciuta dimensione del reale? Qual’è la sintassi pittorica della Petrizzi, funzionale allo scopo, se non quella che procede dall’attesa dell’inatteso, quella della “forma aperta” da dare al reale, quella che nasce dalla disponibilità assoluta al soggetto, quella che emerge dalla sospensione e dallo stupore che si genera al suo apparire e al suo accadere; è una sintassi che vuol cogliere, nelle cose e attraverso le cose, quello sguardo magico che esse sembrano lanciare, nell’atto di darsi all’occhio dell’artista: è il volere afferrare quell’esatto momento nel quale l’oggetto lancia una sorta di sguardo dionisiaco, con cui crea e costituisce lo spazio dei significati, consentendo la cattura del senso, nella sua realtà.
Eliana Petrizzi ( Avellino,1972). Inizia ad esporre giovanissima nel 1995, presentata da Massimo Bignardi presso la Galleria Engema di Pagani (SA). Nel corso dell’ultimo decennio riscuote il consenso della critica e dei collezionisti in occasione di prestigiose rassegne nazionali ed internazionali quali Expo Arte a Bari e Arte Fiera a Padova, Miami Art Fair e New York Artexpo. Partecipa a varie collettive, tra cui la mostra “Atto Libero”, tenutasi al Palazzo di Parte Guelfa a Firenze nel 2005, e “Fluidità Concreta” presso Giamart Studio di Pannarano (BN) nel 2008. Tra le numerose mostre personali, presentate da Vittorio Sgarbi, Paolo Rizzi, Franco Marcoaldi e Ada Patrizia Fiorillo, si segnalano quella tenuta alla Galleria Lombardi di Roma nel 1999 e quella intitolata “Triade”, allestita dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi (SA) nel 2006. Nello stesso anno tiene una mostra presso la Galleria Area24 di Napoli. Al 2009 risalgono le mostre personali “Vite Parallele” presso la Chiesa di S. Apollonia a Salerno, e “Eliana Petrizzi, opere recenti” presso la Galleria Arte33 ad Avellino. Nello stesso anno si tiene a S. Severo (FG) la collettiva “Persistenze sul confine dell’immagine” presso il Museo dell’Alto Tavoliere. Il 2010 vede la sua partecipazione alle mostre collettive “Scriptorium, dal libro d’artista al libro oggetto” presso il Palazzo Vanvitelliano di Mercato S. Severino(SA), “Orizzonti differenti – Linee di una nuova Spiritualità”, presso il Museo Città Creativa di Ogliara (SA), “Oleum – Tracce nei linguaggi del Contemporaneo”, negli Spazi di Via Giandonato Rogadeo a Bitonto (BA). Le sue numerose mostre personali sono state presentate da Vittorio Sgarbi, Paolo Rizzi, Franco Marcoaldi e Ada Patrizia Fiorillo. Nel 2011 è stata selezionata da Vittorio Sgarbi per la LIV Biennale di Venezia, Padiglione Campania.
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